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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Casapesenna

Don Barone vuole parlare con i giudici prima della sentenza

Si concludono le discussioni dei difensori degli imputati. L'ex prete annuncia "dichiarazioni" prima del verdetto

Perlerà in aula prima della sentenza Michele Barone, l'ex prete del Tempio di Casapesenna accusato di lesioni nei confronti di una ragazzina di 14 anni di Maddaloni e violenza sessuale su altre due sue fedeli. 

E' quanto ha annunciato il suo difensore al termine dell'udienza celebrata oggi dinanzi al collegio presieduto dal giudice Maria Francica. Oggi si è assistito alla conclusione delle arringhe con l'avvocato Camillo Irace, difensore di Barone insieme a Maurizio Zuccaro, che ha provato a smontare le tesi della Procura ed ha preannunciato la volontà del suo assistito a rilasciare dichiarazioni spontanee prima delle repliche dei pubblici ministeri Di Vico e Pannone e degli altri difensori - gli avvocati Rossella Calabritto, Claudia Sorrenti e Daniele Ferrandino, per le parti civili, e Carlo De Stavola, Giuseppe Stellato ed Umberto Pappadia, per gli altri imputati. Poi ci sarà la camera di consiglio ed il verdetto dei giudici. 

Secondo l'accusa l'ex sacerdote avrebbe maltrattato la vittima minorenne costringendola a continue vessazioni fisiche e psichiche in quanto ritenuta posseduta dal demonio. Vessazioni che sono sfociate comportamenti brutali da parte di don Barone, in concorso con i genitori della ragazza (anche loro imputati), come il farle bere acqua "esorcizzata" con la sua saliva, rasarle i capelli ed applicandoleun collare, rinchiuderla in uno sgabuzzino ritenuto "unico locale alieno da interferenze demoniache". Pratiche a cui si sono aggiunte le violenze che le hanno procurato la deformazione di un orecchio.

Barone è poi accusato anche di violenza sessuale nei confronti di due ragazze con palpate benedette e rapporti orali duante i pellegrinaggi. In entrambi i casi i reati sono stati commessi con l'aggravante "di aver commesso il fatto con abuso dei poteri inerenti alla qualità di ministro di culto e di aver profittato di circostanze di tempo, luogo e persona tali da ostacolarne la pubblica e privata difesa".

Don Barone, infatti, avrebbe detto alle sue vittime che "l'Angelo e la Madonna avevano un disegno particolare per i privilegiati appartenenti alla sua setta e che se qualcuno lo avesse abbandonato o non avesse fatto quello che lui diceva di fare, ciò avrebbe contrastato quel disegno e avrebbe avuto conseguenze brutte". Accuse per le quali i pubblici ministeri hanno chiesto la condanna a 22 anni per l'ex prete.

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