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Cronaca Pietramelara

Il Comune 'cade' sulla congiunzione. Il Tar lo condanna ed ora rischia risarcimento

Accolto il ricorso di una ditta di onoranze funebri che non era stata autorizzata

Una congiunzione mal interpretata rischia di costare carissima al Comune di Pietramelara. Che, per ora, si è visto condannare dal Tar Campania che ha annullato il provvedimento di diniego dell'autorizzazione chiesta da una ditta di onoranze funebri; ma, adesso, rischia anche di dover pagare il risarcimento. E' quanto emerge dalla sentenza emessa dalla Terza Sezione (presidente Anna Pappalardo) che ha accolto il ricorso presentato dalla ditta di onoranze funebri Kimera, rappresentata dagli avvocati Renato Labriola e Domenico Delli Paoli contro il Comune di Pietramelara.

L'autorizzazione era stata negata sulla base dell'interpretazione restrittiva della delibera di giunta regionale numwero 731 del 27 novembre 2017, nella quale si specificava che essendo l'autorimessa nel Comune di Calvi Risorta, la ditta ricorrente risulterebbe sprovvista di un locale conforme alle prescrizioni sito nel territorio comunale, in un comune limitrofo ovvero confinante". E proprio sulla interpretazione della congiunzione 'ovvero' si è giocata la partita davanti ai giudici amministrativi che hanno impugnato l'atto del resonsabile del Suap.

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L'avvocato Labriola ha, infatti, sostenuto come 'ovvero' allargasse la possibilità ai comuni confinanti o limitrofi; tesi accolta dai giudici amministrativi che hanno annullato il diniego. Ma la partita non finisce qui. Perché la ditta ha avanzato anche una richiesta di risarcimento danni pari a 150mila euro che dovrà essere definita, sempre dinanzi al Tar Campania, ma in un altro procedimento che dovrà essere aperto.

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