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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Dirigente fa causa al sindaco per mobbing ma perde e deve anche pagare le spese

Per il giudice non ci sono elementi per constatare “comportamenti vessatori” nei confronti di Fulvio Tartaglione

Antonello Velardi vince il primo round contro il dirigente del Comune di Marcianise Fulvio Tartaglione che lo aveva denunciato per mobbing. Il giudice del lavoro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Rosa Del Prete ha infatti respinto la richiesta di risarcimento che era stata avanzata dal dirigente dell’Ente dopo le tensioni che lo avevano visto protagonista, tra il 2016 ed il 2017, proprio dopo l’insediamento della prima amministrazione di Antonello Velardi (da pochi giorni tornato sindaco di Marcianise). Prima la revoca dal settore Lavori pubblici, poi quella da Coordinatore dell’Ufficio di Piano dei Servizi sociali, a cui si sono aggiunte diverse contestazioni per il proprio operato lavorativo, avevano spinto Tartaglione a presentare una denuncia per mobbing, sottolineando un comportamento vessatorio nei suoi confronti.

Ma per il giudice Del Prete che ha firmato la sentenza, tali elementi non sussistono. “Esaminando gli atti ed i comportamenti denunziati dal Tartaglione - si legge nelle motivazioni - viene fuori un quadro indiziario assolutamente privo dei necessari caratteri di gravità, precisione e concordanza. Ciascuno dei denunziati comportamenti datoriali difetta della pretestuosità, essendo certamente inquadrabile nell’ordinario esercizio dei poteri di gestione del rapporto di lavoro, sia in termini di organizzazione che di controllo, senza che emerga abuso di tali poteri e, pertanto, la pretesuosità intrinseca degli atti adottati dall’ente locale”. 

Il giudice sottolinea che "alla luce delle difese spiegate dal Comune e dalla documentazione a corredo, né la revoca di incarichi dirigenziali né i procedimenti disciplinari né l’assegnazione di una stanza di lavoro diversa da quella precedentemente in dotazione, né l’avvio di una procedura di mobilità evidenziano irragionevolezza, arbitrarietà o abnormità, talchè giammai è possibile addivenire alla conclusione che si tratti di indici di un piano vessatorio e discriminatorio, orchestrato ai danni del Tartaglione”. 

Innanzitutto “non è stata allegata la ragione fattuale idonea a sorreggere la prospettata ipotesi di mobbing da parte di un’amministrazione insediata da un sì breve lasso temporale (meno di sei mesi) da non aver avuto neppure un sufficiente periodo di conoscenza con i propri dipendenti per maturare ragioni concrete, atte a far insorgere l’intento di arrecare offesa ad uno di essi”. E manca “il movente per il quale il sindaco neoeletto sarebbe stato spinto all’adozione delle contestazioni disciplinari o degli atti riorganizzativi esclusivamente da fini di marginalizzazione e persecuzione del solo Tartaglione”. Secondo il giudice, tutti gli atti e le scelte disposte dall’amministrazione Velardi (durante il primo mandato) devono essere inglobate nella libera scelta di operare che viene assegnata a chi governa gli uffici comunali. Per questo motivo Fulvio Tartaglione è stato ancora condannato a pagare oltre 4mila euro di spese processuali.

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