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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Casapesenna

Pen drive scomparsa nel covo di Zagaria, le parole del vivandiere 'pentito' nel processo

Acquisite le dichiarazioni di Restina nel processo al poliziotto Oscar Vesevo

Acquisite le dichiarazioni di Generoso Restina, ex vivandiere del capoclan Michele Zagaria ed oggi collaboratore di giustizia, nel processo al poliziotto Oscar Vesevo, all'epoca dei fatti in servizio alla Questura di Napoli, accusato di aver fatto sparire una pen drive dopo l'arresto del capoclan nel covo di via Mascagni a Casapesenna. 

E' quanto accaduto nel corso dell'ultima udienza celebrata al tribunale di Napoli Nord. Nelle sue dichiarazioni, di fatto, Restina non parla mai della pen drive ma solo per sommi capi di un rapporto che aveva con lo stesso Vesevo. Si torna in aula la prossima settimana quando ci sarà proprio l'esame del poliziotto. 

Per l’accusa Vesevo, difeso dall'avvocato Giovanni Cantelli, si sarebbe impossessato del supporto per poi rivenderlo, anche se la persona che, secondo la Dda, avrebbe acquistato il supporto per 50mila euro da Vesevo è stato assolto da questa specifica accusa in un altro processo già celebratosi.  Ad accusare Vesevo soprattutto Rosaria Massa, moglie di Vincenzo Inquieto: i due coniugi ospitarono Zagaria nel covo in via Mascagni a Casapesenna dove fu stanato. Massa, nella testimonianza resa ad inizio 2021, riferì che il giorno della cattura di Zagaria vide Vesevo che prendeva la pen drive ma aggiunse che la stessa non era del boss ma di proprietà della figlia e che all’interno vi erano solo foto e documenti. 

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