L'ex sindaco interrogato dal giudice dopo l'arresto

Roberto Pirro era stato chiamato dall’amministrazione Di Muro alla luce del sole e con regolare delibera per gestire l’attività dei servizi sociali del Comune e dell’ambito C8, per dare “nuova linfa” agli uffici comunali. È questa la tesi dell’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro sui suoi rapporti con l’ex dirigente Pirro, responsabile dei servizi sociali dell’Ente, arrestato come l’ex primo cittadino nell’inchiesta sulla truffa dei servizi assistenziali dell’ambito C8. Di Muro è comparso ieri davanti al gip Grammatica e al pm Quaranta per difendersi dalle accuse di associazione a delinquere con finalità elettorali e di due episodi di turbativa d’asta. Di Muro ha spiegato che conosceva Pirro da anni e che lo ha chiamato personalmente per occuparsi del settore.

La Procura sammaritana sostiene che l’ex sindaco utilizzava gli ambiti sociali “come strumento per ottenere consenso elettorale e farne un uso privatistico per posti di lavoro alle persone a loro vicine e non fare assistenza sul territorio”. Una versione smentita da Di Muro: in quel periodo, ha riferito l’ex primo cittadino, la fase politica era circoscritta alle primarie del Pd. Di Muro inoltre, in riferimento alla misura cautelare che lo ha ristretto in carcere, ha fatto presente ai magistrati che la sua attività politica è ferma ormai da due anni, quando una prima inchiesta lo portò in carcere. La difesa dell’ex sindaco, composta dagli avvocati Stellato e Maddaluna, presenterà in tal senso un’istanza di scarcerazione al Riesame.

Oggi invece comparirà per l’interrogatorio l’altro grande accusato del presunto sistema smascherato dall’inchiesta della Procura, Roberto Pirro. L’ex dirigente sarebbe stato, insieme a Di Muro, il promotore dell’organizzazione finalizzata al controllo per fini elettorali dell’ambito C8, di cui proprio il Comune di Santa Maria Capua Vetere era Ente capofila.