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Cronaca

Ecocar, il cugino ‘prestanome’ dell’imprenditore colpito da interdittiva

Ecco la ricostruzione della Dia ha portato all’arresto di Antonio Deodati

Era stato raggiunto da un’interdittiva antimafia quando era alla guida della Ipi e per questo motivo aveva deciso di creare una nuova società e di mettere il cugino come prestanome. E’ questa la ricostruzione effettuata dalla Dia di Catania che ha chiesto ed ottenuto l’arresto di Antonio Deodati, patron dell’EcoCar che gestisce la raccolta rifiuti a Caserta e Marcianise.

LE INTERCETTAZIONI

Come argomentato dal Gip nell’ordinanza, i pubblici ufficiali “non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al Rti Senesi Spa-Eco.Car srl, quest’ultima in sostanziale continuità con la Ipi srl (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla Oikos Spa nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio Deodati (cugino di Francesco Dedoati, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio Deodati, che ha interloquito e ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto)”.

TUTTE LE ACCUSE

Al centro dell'inchiesta, un appalto sui rifiuti da circa 350 milioni di euro a Catania. Proprio l’analisi della documentazione inerente tale gara e le relative indagini, ne hanno evidenziato "l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti", turbando la regolarità della gara. A muovere le indagini, sono stati alcuni particolari. Come la mancata esclusione del raggruppamento temporaneo di imprese, nonostante la mancanza del requisito - previsto dall’art. 12.5 del bando-che prevede di avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero, nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015). Inoltre, un altro impedimento sarebbe stato la riconducibilità della Eco.Car ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl, dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16 aprile 2014

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