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Cronaca

"Ancora danni ai fari del castello di Casertavecchia", la denuncia del consigliere

Sono ancora in corso i lavori per l'illuminazione ma i vandali già si stanno scatenando. Maietta: "Contesto che esala ostilità ed intimidazione"

Neanche il tempo di vederlo finito che l'impianto di illuminazione del Castello di Casertavecchia è stato distrutto. Stamattina, prima di un sopralluogo a cura del professor Busino insieme ad alcuni ricercatori dell'università Vanvitelli e gli operai dell'impresa che sta curando la realizzazione dell'impianto, è stata notata la devastazione dei fari posti a ristoro della Torre Quadrata. Un danno che fa il paio con quello di altri due fari della Torre dei Falchi, per i quali proprio stamattina si stava intervenendo.

La vicenda è stata denunciata dal consigliere comunale Mimmo Maietta che ha allertato il sindaco, i dirigenti della Soprintendenza e del Comune, la Questura e Comando Provinciale dei carabinieri. Enorme lo "schifo provato" ed il "senso di nausea, per avere speso tanto in sudore ed impegno con interventi ed iniziative epocali di sviluppo, in un contesto che esala ostilità ed intimidazione, tanto da organizzarsi nel frenare con continui e reiterati attentati la voglia di rinascita e di un diverso inizio per quel sito - si legge in una nota dell'esponente del parlamentino cittadino - Taluni, non meritano di stare tra quelle mura che sono state la culla della civitas casertanae, insieme a chi per troppa indulgenza, per troppi anni è arretrato nel far rispettare leggi e regole, e facendo poi occupare senza titoli e contro legge patrimoni nazionali".

Maietta punta l'indice anche contro la 'società civile' che "rimarrà in silenzio, pure questa volta di fronte all'ennesima brutalità perpetrata in danno dell'essere di quel paesino, ovviamente con la mente pensando a qualche altra bancarella da montare per qualche sabato sera, creandosi motivi esistenziali di autocelebrazione, quando poi ci si rappresenta al mondo con la mancanza di civiltà ed autodeterminazione. Gli ultimi accadimenti tra quelle viuzze e monumenti sono stati così gravi e reiterati, che dovrebbero smuovere ed indurre alla reazione anche gli animi più refrattari. Cosa vogliate che si pensa della nostra terra, fuori dalle nostre mura, ben che ci vada, che si è un popolo o comunità di pecoroni che non riesce a proteggersi o almeno vigilare la sua storia. La cosa che tollero meno al mondo è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta", conclude. 

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