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Cronaca

Lo scoppio per una fuga di gas poi il crollo e la tragedia: "San Felice è ferita per la morte di Mario"

La lunga giornata di via Napoli tra speranze e paure fino al rinvenimento senza vita del 74enne. Il sindaco Ferrara: "Famiglia esemplare distrutta. Siamo sconvolti"

Il boato, le ricerche, la speranza ed infine la tragedia. E' stata questa la cronosequenza del drammatico venerdì di San Felice a Cancello dove Mario Sgambato, 74 anni, ha perso la vita in seguito al crollo di una palazzina al civico 832 di via Napoli, nella frazione di Cancello Scalo, mentre sua moglie Giuseppina si trova ricoverata all'ospedale Cardarelli di Napoli per le ustioni riportate in seguito allo scoppio della casa.

Il boato: "La terra e le finestre hanno tremato"

Erano 6,50 del mattino. Giuseppina era in cucina a preparare, come ogni mattina, la colazione mentre Mario aveva deciso di restare a letto per qualche altro minuto prima di alzarsi e cominciare la sua giornata. Una routine quotidiana spezzata da un boato che ha fatto sobbalzare la frazione di Cancello facendo tremare la terra e le finestre delle case vicine. "Il terremoto", ha gridato qualcuno. In tanti si sono riversati in strada, qualcuno ancora indossando il pigiama. "Abbiamo visto solo una nuvola di polvere, poi non ricordo più niente. Abbiamo pensato solo a scappare" racconta di una vicina di casa.

Le cause del crollo

Sotto quella nuvola di polvere c'è una casa. La casa di Mario e Giuseppina Sgambato, crollata su sé stessa e ridotta ad un cumulo di macerie. A provocare lo scoppio - secondo una prima ricostruzione della squadra di polizia giudiziaria dei Vigili del Fuoco di Caserta e dei carabinieri della Compagnia di Maddaloni - sarebbe stata una fuga di gas metano, probabilmente da un tubo vecchio e logorato, posto nella cucina. Sul caso è stata aperta un'inchiesta e si valuteranno eventuali responsabilità. 

Le ricerche

Immediatamente sul posto sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco. Nell'arco della giornata saranno impegnati incessantemente nelle operazioni oltre 70 caschi rossi provenienti dal distaccamento di Aversa, da Napoli, Benevento e Roma col supporto del nucleo cinofili, nucleo movimento terra e della squadra U.S.A.R. (Urban Search and Rescue). Si scava coi mezzi e con le mani. Si scava facendo attenzione perché sotto quei brandelli di muro ci sono due persone.

La speranza: Giuseppina estratta viva

A metà mattina si accende una speranza. I soccorritori riescono a stabilire un contatto con Giuseppina, rimasta incastrata in cucina. Sentono la sua flebile voce gridare aiuto. La donna viene individuata anche grazie ai cani molecolari. Gli specialisti si fanno strada tra le macerie, rimuovendo rapidamente ed in sicurezza pietre, mattoni e quant'altro separi Giuseppina dalla vita. Intorno alle 13 la buona notizia. La 74enne viene finalmente tratta in salvo dopo sette lunghissime ore vissute in quell'inferno di polvere e cemento. E' malconcia, con fratture ed ustioni, ma viva. Viene messa su una barella e posizionata su un'ambulanza che la trasporterà prima al Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta poi al Cardarelli. 

Il dramma di Mario

Il tempo di un applauso che restituisce fiducia anche ai soccorritori e che accompagna la donna verso il mezzo di soccorso. Poi si torna a lavoro. Proseguono le ricerche di Mario. Si scava e si cerca anche con le sonde. Nulla. Del 74enne nessuna traccia fino alle 17. Dopo 11 ore di incessanti ricerche, Mario viene ritrovato senza vita in camera da letto. Probabilmente non ha avuto il tempo di rendersi conto dello scoppio e mettersi al riparo. E' un momento angosciante, sia per i vigili del fuoco che si sono impegnati a cercarlo, sia per tutti i presenti. Al fragore degli applausi di speranza dell'ora di pranzo si contrappone il silenzio del dolore, rotto solo dalle grida dei familiari dell'uomo. Il corpo di Mario viene tirato fuori e portato all'istituto di medicina legale di Caserta. Il magistrato di turno ha disposto l'autopsia. 

Il sindaco Ferrara: "Una famiglia esemplare. Siamo sconvolti"

"Abbiamo sperato fino alla fine di trovarlo vivo ma purtroppo questa giornata si è conclusa nel peggiore dei modi - è il commento a CasertaNews del sindaco di San Felice a Cancello Giovanni Ferrara - Una famiglia perbene, davvero da prendere come esempio anche dagli altri cittadini. Siamo sconvolti. La nostra comunità è ferita".

Mario lavorava come tecnico presso un'azienda di elettronica di Santa Maria a Vico dove si occupava di manutenzione e riparazione di stampanti e computer. "Era un gran lavoratore ed uomo pio", lo descrive chi lo conosceva. Frequentava assiduamente la chiesa di Sant'Alfonso a Cancello Scalo. Lascia due figli che ora sperano di poter riabbracciare la madre. 

La curiosità

Il bilancio della tragedia poteva essere ben più pesante. La casa dove vivevano Mario e Giuseppina si trovava al pian terreno di una palazzina su due livelli. Nell'abitazione al piano superiore - secondo quanto si apprende sul posto - doveva esserci una famiglia. Il ritardo nella consegna di un materasso avrebbe fatto slittare di qualche giorno il loro trasferimento nella casa di via Napoli, trasformatasi nel teatro della tragedia. 

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