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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Soldi e cellulari ai finanzieri in cambio di soffiate: “Devo fare un regalo per la comunione”

Le intercettazioni svelano i rapporti tra lo studio di consulenza di Pizzicato e i due militari casertani

"Devo fare un regalo per una comunione". E' stata questa la richiesta fatta da Generoso De Santis, militare della guardia di finanza di 43 anni di Lusciano arrestato insieme al collega casertano Mario Di Lucia nell'ambito di un'inchiesta della Procura Europea su un'ingente frode d'iva di livello transnazionale.

I due finanzieri avrebbero ricevuto soldi ma anche altre utilità da Giovanni Pizzicato, gestore di una società di consulenza napoletana che si occupava - tra le altre pratiche - di corrompere pubblici ufficiali (tre finanzieri ed un ex direttore dell'agenzia delle entrate) al fine di rivelare indagini ed occultare accertamenti sui loro clienti e soci in affari.

Nell'ordinanza emerge come i due finanzieri, durante un colloquio con Pizzicato in cui svelavano un sistema per evitare le intercettazioni - "se venissero a fare la perquisizione la prima cosa ripristina il telefono alle impostazioni di fabbrica" - poi approfittano per chiedere regalie. Prima Di Lucia che chiede "un Iphone qualunque" per la figlia: "Quello che tieni così ... non ho pretese". Poi De Santis che aggiunge: "Ne approfitto Gianni mi servirebbe questo perché devo fare un regalo per una comunione ... 12 Xiaomi".

Ma non solo piccoli piaceri in cambio di qualche suggerimento. I due finanzieri si spingono oltre e passano all'incasso di due Samsung "ultimo tipo, 1300 euro di telefono" per agevolare un inprenditore cliente dello studio di consulenza: Yari Giuliano, pure finito in manette. Ma le richieste non si fermano qui: Generoso De Santis chiede un ulteriore cellulare da regalare alla moglie, "un Iphone 13 pro max", poi un Ipad.

Richieste che spingono Pizzicato a mettere a libro paga i due finanzieri per 500 euro al mese chiedendo "un impegno da parte loro".  Emerge anche da una conversazione tra il professionista ed una sua collaboratrice in cui si specifica che il cliente (Yari Giuliano) “ci deve dare 3mila al mese di cui mille li devo dare a quelli là”.

L’inchiesta, che ha portato a 12 arresti nei giorni scorsi, ha fatto emergere come una società di consulenza sia stata utilizzata per ricevere illeciti pagamenti dagli imprenditori per la corruzione di pubblici ufficiali che avrebbero dovuto chiudere un occhio sul sistema. Tra i difensori impegnati nel procedimento figura l’avvocato casertano Carmine D’Onofrio.

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