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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Corruzione in Comune: la difesa prova a smontare le accuse a Di Muro

L'arringa dell'avvocato Stellato che ha sostenuto come la supertestimone Di Giovanni sia inattendibile

Loredana Di Giovanni, la supertestimone del processo per la corruzione dell'appalto per la ristrutturazione di Palazzo Teti a Santa Maria Capua Vetere, è inattendibile. Questa in estrema sintesi la tesi sostenuta dall'avvocato Giuseppe Stellato, difensore dell'ex sindaco Biagio Maria Di Muro a processo insieme ad Alessandro Zagaria, il ristoratore di Casapesenna considerato un faccendiere del clan dei Casalesi, Roberto Di Tommaso, dirigente dell'Utc di Santa Maria Capua Vetere, Vincenzo Manocchio, il progettista Guglielmo La Regina, ed i due imprenditori Francesco e Nicola Madonna, accusati per un altro appalto, quello dei lavori per il collettore fognario di Grazzanise. 

L'avvocato Stellato nel corso della sua arringa, pronunciata in settimana dinanzi al giudice Roberta Carotenuto, ha sostenuto come la principale accusatrice di Di Muro non sia attendibile in quanto, come da lei stessa sostenuto nel corso della sua testimonianza al processo, il patto corruttivo non ci sarebbe stato, o meglio il presunto corrotto Di Muro non ne era a conoscenza. In questa ottica anche le intercettazioni telefoniche, ad avviso di Stellato, vanno lette in una chiave alternativa: nell'ottica del disegno di millanteria architettato dalla stessa Di Giovanni che voleva accreditarsi presso gli imprenditori e per questo avrebbe "millantato" conoscenze presso le pubbliche amministrazioni.

Il processo intanto volge al termine con le ultime arringhe degli avvocati in programma questa settimana e l'attesa sentenza dei giudici. 

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