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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marcianise

Appalti e mazzette, Valente "barcolla" sotto i colpi del pm

Il factotum di Angelo Grillo sotto torchio e spuntano le lettere dal carcere dell'imprenditore

"Sono sempre stato a disposizione di Angelo Grillo". Così Pasquale Valente nel corso del suo esame da imputato nel processo che si è celebrato stamattina al tribunale di Santa Maria Capua Vetere dinanzi al collegio presieduto dal giudice Caparco.

Alla sbarra con Valente ci sono l'ex vicesindaco di Caserta Enzo Ferraro, l'ex dirigente comunale Giuseppe Gambardella, l'imprenditore vicino al clan Belforte Angelo Grillo (videocollegato dal carcere di Sulmona), Imma Criscuolo, Assunta e Paola Mincione. Valente si è sottoposto all'interrogatorio del pm della Dda Landolfi al quale ha spiegato di avere un rapporto trentennale con Angelo Grillo di cui "ero il tuttofare", ha ammesso.

"Sono sempre stato dipendente di Angelo Grillo", prima nel settore delle pulizie e poi, con il diversificarsi delle attività dell'imprenditore, in "magazzino", cioè negli uffici di Grillo dove "mi occupavo un po' di tutto". E sulle società di Grillo, intestate ad altre persone, Valente ha chiarito come i diktat su ciò che andava fatto venivano direttamente dall'imprenditore di Marcianise.

Valente ha anche parlato di Gaetano Barbato, già condannato in primo grado nel processo celebrato con rito abbreviato e ritenuto dagli inquirenti della Dda il trait d'union tra Grillo e l'ex vicesindaco Ferraro (presente come sempre in aula). "Conosco Barbato perchè aveva un negozio di scarpe a Caserta dove Grillo andava. Poi veniva negli uffici ma per amicizia". Fino alla guida del pulmino per i disabili e l'appalto dato dal Comune di Caserta alla società Voglia di Vivere.

Valente ha ammesso di non conoscere Ferraro ma ha parlato dei suoi viaggi a Roma, "a Ciampino", per ritirare soldi "in contanti ed assegni". "Mi avvisava la Mincione la sera prima e mi comunicava gli importi, 2500-3000 euro". Soldi che poi "riportavo in ufficio". Valente ha detto che dal momento del suo arresto nel 2014 non ha percepito più denaro da Grillo. Circostanza su cui l'imprenditore fornisce una versione diversa.

Il pm Landolfi ha contestato le lettere dal carcere inviate da Grillo a Valente in cui l'imprenditore di Marcianise sottolineava "non ti preoccupare, non mi dimenticherò di te" facendo riferimento a indicazioni su dove prendere i soldi dopo l'arresto di Grillo. Mentre per Valente quelle missive erano per "farmi gli auguri di Natale". Secondo la tesi della Procura Valente, inoltre, avrebbe portato materialmente le tangenti per conto di Grillo. "Portavo cesti natalizi", ha detto. Ma all'interno di quei cesti ci sarebbero stati i soldi delle mazzette, cosa di cui Valente sarebbe stato a conoscenza al punto da riferire a Chiara Bonacci (funzionaria dell'Asl indagata in altro procedimento) "la gallina ha fatto l'uovo". Ma la gallina in questione era di cioccolata. "E la gallina di cioccolata poteva fare l'uovo?", ha domandato il pm a Valente. "Non lo so", è stata la risposta.

Si tornerà in aula all'inizio di maggio. Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Gennaro IannottiVittorio Giaquinto, Luca Tornatora, Romolo Vignola, Paolo Pascarelli Dell'Aquila ed Angelo Raucci. Si sono costituiti parte civile il Comune di Caserta, con l'avvocato Alberto Martucci, e l'associazione Caponnetto. 

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