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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Emergenza Covid in cella, appello al Prefetto: "Carceri rischiano di trasformarsi in lazzaretto"

Almeno 44 positivi tra detenuti ed agenti della penitenziaria. Belcuore: "Sovraffollamento e carenze igieniche aggravate da epidemia". Prime proteste a Santa Maria Capua Vetere

Nonostante i numeri dell'Asl non fotografino uno stato di emergenza (appena un solo positivo dal report quotidiano) in provincia di Caserta scoppia la grana dei contagi negli istituti penitenziari. E' quanto hanno rappresentato al prefetto Raffaele Ruberto il garante dei detenuti regionale Samuele Ciambriello e la garante per la Provincia di Caserta Emanuela Belcuore.

I dati del Covid nei carceri casertani

Veniamo ai dati. Nei quattro istituti di pena è di almeno 44 persone, tra internati e personale di servizio, il numero dei positivi al Covid. Al carcere di Santa Maria Capua Vetere ci sono 7 detenuti positivi e 30 contagiati tra il personale, tra agenti della penitenziaria ed amministrativi; ad Arienzo c'è un poliziotto della penitenziaria positivo; ad Aversa 6 agenti positivi; mentre non si registrano positivi al carcere di Carinola. 

Celle sovraffollate

Una situazione che, inevitabilmente, va ad aggravare le criticità già esistenti: quella igienico-sanitaria e quella relativa al sovraffollamento. "A Santa Maria Capua Vetere - spiega Emanuela Belcuore a Casertanews - è stata adibita l'ultima sezione del reparto Tevere per i detenuti Covid e c'è una proposta di far diventare il reparto Danubio in reparto Covid. Ma ci sono altri problemi". Tra tutti il sovraffollamento delle celle con circa 1000 detenuti ristretti nella casa circondariale Francesco Uccella. "C'è un problema di spazi e di distanziamento - prosegue la garante - Ci sono celle con 5 o 6 persone detenute all'interno. Inoltre, ci sono spazi che vengono utilizzati da tutti, sia dai pazienti Covid che dagli altri detenuti. Per evitare la diffusione dei contagi c'è stato il blocco dei colloqui ma i detenuti sono a contatto con personale che quotidianamente arriva dall'esterno". 

Carenze igieniche: c'è anche un caso di scabbia

A ciò si aggiunge il problema igiene. "Mancano igienizzanti sia per i detenuti sia per il personale che è costretto a lavorare senza guanti o tute per la gestione dei detenuti positivi - dice ancora Belcuore - A ciò si aggiunge la problematica della carenza idrica già esistente e che, in un momento come questo in cui l'igiene è quantomai importante, è ancora di più un problema. C'è stato anche un caso di scabbia negli ultimi tempi". 

Le richieste dei Garanti

E allora le richieste al prefetto Ruberto. "I detenuti chiedono la ristrutturazione di alcuni bagni che non sono funzionanti o anche l'allungamento dell'orario per le docce per evitare assembramenti - rivela Belcuore - Inoltre, ci siamo rivolti al Prefetto per chiedere un suo intervento con il Governo per far sì che i detenuti che possono vadano ai domiciliari. Si rischia che il carcere diventi un lazzaretto e già ci sono state le prime avvisaglie di protesta dei detenuti, con qualche battitura che si è registrata anche a Santa Maria Capua Vetere. Certo, mancano i braccialetti ed i magistrati di sorveglianza sono pochi, ma non possono pagare i detenuti per questo. Giusto che chi ha sbagliato paghi le proprie colpe ma deve avere la possibilità di farlo con dignità", conclude. 

Le reazioni

Sull'emergenza carceri è intervenuto anche il capogruppo della Lega Gianpiero Zinzi. "Condivisibile l’allarme lanciato dal Garante regionale dei detenuti sul crescente numero di positivi riscontrati all’interno delle carceri campane, ma non può essere l’alibi per soluzioni di comodo favorite dall’inefficienza e dall’inerzia di Dap e Ministro". Quello del Covid, per Zinzi, rappresenta un "problema che si aggiunge alle croniche difficoltà di alcune strutture, come quella di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta costretta a fare ancora i conti con la carenza idrica. Oggi alla legittima preoccupazione sulle condizioni di salute e sulla diffusione del virus va aggiunta quella per i turni massacranti ai quali si stanno sottoponendo gli agenti in servizio. Invece di pensare di spalancare le porte delle carceri, si prevedano più controlli, più tamponi e assunzioni di nuovi agenti per dare respiro alla polizia penitenziaria che sta lavorando come sempre in una situazione critica".

Diversa la posizione di Francesco Emilio Borrelli dei Verdi: "I detenuti vanno curati ci mancherebbe altro - dichiara il consigliere regionale - ma non condivido l'idea di chi li vorrebbe tutti fuori dal carcere. Al contrario bisogna realizzare nuove istituti detentivi e aumentare il numero di uomini della polizia penitenziaria. Bisogna far scontare interamente le pene e i carcerati invece di essere a carico della collettività dovrebbero realizzare lavori utili a pagare le spese della loro detenzione. Alcuni veramente cambiano dopo essere stati in galera e a loro va data certamente una seconda possibilità ma per altri invece la vita da criminali è una scelta comoda e molto remunerativa. Lo Stato e la collettività gli pagano praticamente tutto, dalla casa popolare, al reddito di cittadinanza fino alle spese mediche e il mantenimento per i figli. L'attenzione è quasi tutta diretta ai delinquenti mentre le vittime spesso vengono abbandonate a se stesse. L'allarme covid nelle carceri quindi non deve diventare l'ennesima scusa per effettuare una nuova scarcerazione di massa che aumenterebbe soltanto la criminalità sui territori e l'idea che chi sbaglia non paga". 

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