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Cronaca Casal di Principe

Lotta alla corruzione e denunce: la rinascita nel segno di don Diana

Convegno nel bene confiscato alla camorra a 24 anni dall'omicidio del sacerdote

“Siamo in ritardo ma siamo ancora in tempo”. E’ la frase conclusiva, pronunciata da Valerio Taglione, coordinatore del Comitato don Peppe Diana a chiusura degli ‘Stati generali delleTerre di don Peppe Diana’, tenutisi stamattina a Casa don Diana, bene confiscato alla camorra, in via Urano a Casal di Principe, in occasione del 24esimo anniversario della morte di don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994.

Stamattina alla ‘chiamata alle armi’, hanno risposto in tanti. Dal magistrato Cesare Sirignano della Dna al pm Luigi Frunzio della Dda di Napoli, dal Tenente colonnello a capo dei Ros di Napoli, Gianluca Piasentin al questore di Caserta Giuseppe Borrelli e poi il Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, il comandante provinciale dei Carabinieri di Caserta Alberto Maestri e della Guardia di Finanza di Caserta e Aversa. Ma anche il prefetto Vincenzo Panico commissario per le vittime innocenti, Maurizio Casamassima del Commissariato antiracket ed antiusura, il prefetto Gerlando Iorio commissario per la Terra dei fuochi e Claudia Salvestrini del Consorzio Polieco, Toni Mira redattore di Avvenire, don Armando Zappolini per la campagna Mettiamoci in gioco contro il gioco d’azzardo, docenti universitari, operatori sociali del carcere di Santa Maria Capua Vetere, dirigenti scolastici, imprenditori, economisti, formatori, medici, sindaci, amministratori, cittadini e studenti. 

Un parterre ricco che ha rotto gli schemi del confronto. Non più quello classico che per anni ci siamo abituati a vedere nella forma convegnistica ma un confronto diretto e costruttivo, ognuno nella propria specificità. Dal contrasto della corruzione, anche nelle amministrazioni pubbliche che non vuol dire solo nella politica ma anche fra i dirigenti dei vari uffici, alla necessità di incentivare le denunce, fino ad illuminare zone d’ombra che alimentano l’imprenditoria ‘malata’ come anello di congiunzione fra politica e camorra.

E poi il bisogno di una educazione che non si limiti alla dottrina per arrivare ad un rinnovamento concreto. Sono questi, alcuni degli argomenti trattati stamattina sulla base di una traccia condivisa che va approfondita. I lavori continueranno per arrivare all’elaborazione di un documento finale che vuole essere un patto d’azione. I contributi arrivano e arriveranno da più parti nel tentativo di non tralasciare aspetti e dettagli. 

L’obiettivo è uscire dagli individualismi e lavorare insieme ad un riscatto possibile che non cammina solo sulle fila della repressione ma anche e soprattutto, in questa fase, sullo sviluppo sostenibile basato su un’economia sociale sana.  La giornata è cominciata con la visita alla tomba di don Giuseppe Diana e di tutte le vittime innocenti seppellite nel cimitero di Casal di Principe, anche in compagnia di Augusto Di Meo testimone oculare di quell’omicidio e di don Luigi Ciotti, presidente nazionale dell’associazione Libera nomi e numeri contro le mafie, mentre un significativo arcobaleno faceva capolino fra nuvole e pioggia lasciando che fossero solo i colori a parlare. La primavera, sta per arrivare.

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