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Cronaca Maddaloni

Accusato di camorra e assolto ma le "consulenze" al capoclan lo inguaiano

Stravino ha chiesto l'indennizzo per l'ingiusta detenzione ma le sue frequentazioni con i boss prima dell'omicidio lo incastrano

Accusato di camorra e assolto ma i giudici hanno respinto la sua richiesta di indennizzo per l'ingiusta detenzione subita. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di Roberto Stravino, maddalonese di 37 anni, in quanto avrebbe, con la sua condotta determinato la misura cautelare patita.

Secondo i giudici della Suprema Corte, infatti, Stravino avrebbe "contribuito colposamente in maniera decisiva all'emissione della misura cautelare. Ciò sulla base di quanto risultante dalla sentenza irrevocabile di assoluzione, secondo cui l'istante consapevolmente conversava con il capoclan ed alcuni esponenti di rilievo del sodalizio criminoso, partecipando con loro allo svolgimento di valutazioni finalizzate al rinvenimento della migliore strategia di guerra per tutelare gli interessi militari e politici del clan sul territorio, con specifico riferimento alla tempistica dell'omicidio, poi commesso quindici giorni dopo, della vittima designata Angelo Cortese, esponente del clan avverso".

Insomma frequentazioni "pericolose" sono state valutate, sia pur in maniera errata, in maniera ragionevole dal giudice che ne aveva disposto l'arresto.

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