Concorsi truccati, un indagato: “Con 25mila euro potevo far fare la prova ad un’altra persona”
La rivelazione agli inquirenti: “Mi propose di sostituire la mia fotografia sulla carta d’identità”
Non solo i test col trucco dell’algoritmo: Giuseppe Zarrillo, il 53enne di Capodrise dipendente del Ministero della Difesa finito in carcere nell’inchiesta sulla cricca degli appalti truccati, era arrivato a proporre la “sostituzione della persona” che avrebbe dovuto partecipare al concorso per le forze armate.
A rivelare il fatto a dir poco inquietante è stato direttamente un indagato ascoltato in fase di indagine dai militari della Guardia di Finanza che ha dichiarato: “Qualche mese prima mi aveva convocato presso la sua abitazione, al primo piano, all’interno di un appartamento in ristrutturazione e mi disse che sarebbe nata una scuola di formazione per concorsi nelle forze di polizia”.
Ed aggiunge: “Mi disse che per lui per i concorsi da farsi era in grado di fornire sia le schede necessarie per i test, che un elenco ristretto di risposte tra le quali sarebbero uscite quelle necessari per superare i concorsi”. Ad un altro concorrente arriva, invece, la proposta choc: “Mi propose anche di sostituire la mia fotografia sulla carta di identità per far partecipare un altro soggetto al concorso a forte del pagamento in suo favre di 20-25mila euro. Zarrillo ci spiegò che agiva da tramite in relazione ad un soggetto di Napoli o di Nola che era il fornitore dei quiz ed il destinatario di parte del denaro”.