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Cronaca Mondragone

CAMORRA Le accuse di 11 pentiti dietro la maxi confisca a Letizia

Dai Bidognetti agli Schiavone, passando per La Torre: ecco la storia dell'imprenditore ricostruire nelle parole dei collaboratori di giustizia

Una lunga sfilza di collaboratori di giustizia, ben undici, hanno raccontato l’excursus imprenditoriale di Alfonso Letizia, l’imprenditore di Casal di Principe ma trapiantato a Mondragone, a cui è stato confiscato un tesoro di 100 milioni di euro. Alla base del provvedimento ci sono, soprattutto, le dichiarazioni dei pentiti del clan dei Casalesi e del gruppo mondragonese che hanno delineato i rapporti esistenti tra l’imprenditori ed i gruppi camorristici. Il primo a citare il nome di Alfonso Letizia è Carmine Schiavone, che ha raccontato dei rapporti dello stesso con Antonio Bardellino prima e Mario Iovine poi.

TUTTI I BENI SEQUESTRATI

Luigi Diana ha ricordato di un incontro a casa del capo clan Francesco Bidognetti a cui partecipò lo stesso Letizia, riconosciuto anche dall’ex compagna del boss Anna Carrino. Accuse pesanti sono poi giunte da Augusto La Torre, capo clan di Mondragone, (“mi dava 5 milioni di lire al mese ed in più prendevo i soldi della cava”), così come Mario Sperlongano, Giuseppe Valente e Stefano Piccirillo. Alfonso Diana ed Emilio Di Caterino, invece, hanno svelato il passaggio dall’ala dei bidognettiani a quella della famiglia Schiavone per il tramite di Salvatore Cantiello.

IL TESORO DI LETIZIA: IL VIDEO

E sono state queste dichiarazioni (a cui si aggiungono anche quelle di Dario De Simone e Tammaro Diana) a spingere i giudici ad emettere un provvedimento di confisca per tutti i beni racimolati da Letizia dal 1978 ad oggi, anche se è stata poi negata la misura personale della sorveglianza speciale che pure era stata richiesta e rigettata.

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