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Cronaca Parete

La discarica della camorra: 4 condanne e 7 assoluzioni

Stangata per Chianese, Cerci, Alfani e Menale. I fratelli Roma "salvati" dalla prescrizione

Si è concluso con 4 condanne, 7 assoluzioni e 3 sentenze di non luogo a procedere per prescrizione, il processo d'Appello per il disastro ambientale alla Resit, la maxi discarica tra Giugliano e Parete dove il clan dei Casalesi avrebbe sversato veleni per anni, anche durante l'emergenza rifiuti in Campania.

Pena enorme per l'avvocato Cipriano Chianese, il proprietario della discarica dei veleni e considerato il "re delle ecomafie", condannato a 18 anni di carcere. Questo il verdetto pronunciato dalla Corte d'Assise d'Appello di Napoli che ha, però, escluso il reato di disastro ambientale che è stato assorbito in quello più grave di avvelenamento delle falde acquifere. La Corte ha, inoltre, condannato Remo Alfani a 10 anni di reclusione, Gaetano Cerci a 15 anni di reclusione. Confermata la sentenza per Filomena Menale condannata, in primo grado, a 4 anni e sei mesi di reclusione.

Assolti Carmine Di Cicco, Giovanni Ferrante, Antonio Frattaruolo, Carlo Vetrano, Enrico Santillo e Giuseppe Giordano. Assoluzione anche per Giulio Facchi, l’ex subcommissario ai rifiuti, che era stato ritenuto tra i responsabili del disastro ambientale e fu condannato a 5 anni e 6 mesi in primo grado.

La Corte ha infine dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i fratelli Genoroso, Raffaele ed Elio Roma per i quali, però, sono state confermate le statuizioni per le parti civili. Sentenza di non luogo a procedere anche per Mosé Di Meo per la morte dell'imputato. 

Nel collegio difensivo sono stati impegnati, tra gli altri, gli avvocati Emilio Martino, Mario Griffo e Giuseppe Stellato. Tra le parti civili costituite al processo gli avvocati Gianni Zara e Valentina De Pascale

Secondo l'accusa alla Resit per decenni, anche durante il periodo dell’emergenza rifiuti gestita dal Commissariato, sono stati sversati rifiuti tossici senza alcun controllo per ordine dei Casalesi. Un’attività di ricezione e smaltimento dei rifiuti sversati nel corso degli anni, verificata anche la natura pericolosa - tossica e/o nociva - di alcuni di essi che avrebbe effettivamente prodotto un danno all’ambiente, secondo quanto emerso dalle perizie. 

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