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Cronaca Cellole

Costretta a dormire su un materasso appoggiato alle casse di patate: condannati titolari di un'azienda

L'alloggio era un garage privo di finestre. Ha denunciato e fatto condannare marito e moglie

Maltrattano la loro bracciante agricola ed il giudice li condanna. E’ quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al giudice monocratico Alessandra Cesare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha condannato ad 1anno e 4 mesi di reclusione pena sospesa i titolari di un'azienda agricola di Cellole M. D. C. e V. L., ritenendoli colpevoli del reato di maltrattamenti ai danni della loro dipendente rumena di 51 anni.

I due coniugi sono stati condannati al pagamento delle spese processuali, del risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede ed il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva alla costituita parte civile rappresentata dagli avvocati Gianluca Giordano e Pierluigi Mercorio del valore di 3000 euro.

I fatti a processo risalgono al 2014 quando la 51enne lavorava come bracciante agricola presso l'azienda dei coniugi cellolesi dove le era garantito vitto ed alloggio o, almeno, era quanto lasciato credere alla donna. La vittima veniva impiegata nei campi finanche per 19 ore al giorno per 5 euro l'ora. Somma che non le veniva elargita con regolarità tanto che la donna era costretta ad elemosinare qualche soldo in parrocchia o a farsi credito dagli esercizi commerciali locali.

Di rientro dai campi spesso era tenuta alle pulizie domestiche senza retribuzione. Il suo alloggio consisteva in un materasso poggiato su cassette di patate all'interno di un garage privo di finestre. Non c'era acqua all'interno del garage né servizi igienici funzionanti. La 51enne, infatti, era costretta ad espletare i suoi bisogni nella campagna limitrofa e a lavarsi attingendo un po’ d'acqua ad una fontanella esterna. Spesso era oggetto di aggressione fisica e verbale. Nelle lungaggini processuali altri titoli di reato quali violenza privata e lesioni personali si sono prescritti.

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