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Cronaca Casal di Principe

Condannati gli uomini del 'nuovo pentito' dei Casalesi

Sentenza definitiva per 12 affiliati a libro paga degli Schiavone. Il primogenito di Sandokan incastrato per un'arma

"Palumm", "Zingaro", "Cip", "Scupillo". Sono i soprannomi inseriti a libro paga per indicare gli affiliati alla fazione degli Schiavone del clan dei Casalesi. Per 12 di loro è arrivata la condanna definitiva. Verdetto che ha toccato anche Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco Sandokan e neo collaboratore di giustizia, per la dentenzione di un'arma.

LA SENTENZA

La corte di Cassazione ha ritenuto rigettato il ricorso presentato da Ulderico Ciccarelli e ritenuto inammissibili le istanze presentate, con conferma della sentenza di condanna inflitta in Appello, per: Vincenzo Chiarolanza, 56 anni di Villa Literno; Vincenzo Conte, 51 anni di Villa di Briano; Luigi D'Ambrosio, 45 anni di Santa Maria Capua Vetere; Eduardo Di Martino, 46 anni di Santa Maria Capua Vetere; Paolo Landolfo, 54 anni di Napoli; Carmine Morelli, alias o' Zingaro, 40 anni di Santa Maria Capua Vetere; Alberto Ogaristi, 33 anni di Santa Maria Capua Vetere; Nicola Pezzella, 55 anni di Casal di Principe; Oreste Reccia, 49 anni di San Cipriano; Alberto Rossi, 58 anni di Villa di Briano; Bruno Salzillo, 53 anni di Casal di Principe, e Nicola Schiavone.

Annullata la sentenza, con nuovo invio in Appello, per Antonio Aquilone e Renato Piccolo limitatamente alla omessa valutazione del motivo inerente all'eventuale riconoscimento della continuazione. Annullata la sentenza con nuovo processo d'appello anche per Mirko Ponticelli. 

IL LIBRO PAGA

L'inchiesta di cui al processo riguarda gli affiliati messi a libro paga del gruppo Schiavone dal 2012 in poi, con il clan guidato dal fratello di Nicola Schiavone, Carmine, che non ha proposto ricorso. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali, in particolare, gli stessi ricorrenti Luigi D'Ambrogio ed Eduardo Di Martino. Fu D'Ambrosio a far ritrovare l'elenco manoscritto con i nomi degli affiliati pagati dalla famiglia Schiavone. Inoltre dall'inchiesta emerse come alcuni affiliati fossero passati dalla fazione Zagaria a quella degli Schiavone dopo il dicembre del 2011, quando venne arrestato il boss Michele Zagaria.

LA CONDANNA PER NICOLA SCHIAVONE

In questo contesto è maturata anche la condanna per Nicola Schiavone per il possesso di un'arma. La pistola era stata fatta ritrovare dal collaboratore di giustizia D'Ambrosio, che la deteneva in un luogo nascosto della sua abitazione, ed aveva riferito di averla ricevuta da Carmine Schiavone e che l'arma fosse di proprietà del fratello Nicola.

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