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Coltellate dopo la lite al Rione: il figlio del ras resta in cella

Il Riesame conferma l’ordinanza di custodia cautelare per Raffaele Capone

Raffaele Capone resta in carcere. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Napoli che ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare spiccata nei suoi confronti per tentato omicidio su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Respinto il ricorso presentato ai giudici del tribunale della Libertà da parte del 29enne Capone, figlio del ras Giovanni ritenuto il referente dei Belforte nel Capoluogo. Il suo legale, l'avvocato Francesco Liguori, preannuncia ricorso in Cassazione. L'episodio al centro dell'indagine dei carabinieri riguarda il tentato omicidio di G.R., di 41 anni. Secondo quanto ricostruito, in seguito ad un affronto subito da parte del padre di G.R. da parte dei Capone relativo al noleggio di un'auto, la vittima - insieme al fratello - si recò al parco Santa Rosalia, dove Giovanni Capone si trovava ai domiciliari, deciso a farsi giustizia.

Capone si precipitò dalle scale pronto ad affrontare i fratelli che furono messi in fuga. Ma non si limitarono a quello. Padre e figlio raggiunsero le vittime nei pressi di un supermercato in via Ruggiero dove il 41enne venne accoltellato. Fatti per cui i Capone sono stati arrestati.

Per Giovanni Capone, dopo la concessione dei domiciliari da parte del gip, è arrivato l'aggravamento della misura cautelare dalla Corte d'Appello di Napoli relativo alla violazione dei domiciliari ai quali si trovava sottoposto in seguito ad una condanna per la vicenda del monopolio dei manifesti elettorali a Caserta.

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