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Cronaca

In Colombia per la cocaina della Ndrangheta: i fratelli "narcos" davanti ai giudici

Fissato il Riesame per Giulio Rubino ed il fratello Serafino latitante in Sudamerica

Fissato il Riesame per i due fratelli casertani accusati di aver trattato partite di cocaina in Colombia per conto della Ndrangheta. Dovranno comparire dinanzi ai giudici del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria Giulio Fabio Rubino, 34 anni, e suo fratello Serafino, ancora latitante in Sudamerica, nell'udienza che si celebrerà in settimana per valutare le esigenze cautelari e l'impianto accusatorio nella sua interezza. 

I due germani, difesi dall'avvocato Nello Sgambato, secondo l'accusa avrebbero trattato, direttamente con i narcotrafficanti colombiani, la cocaina da acquistare per conto della 'ndrangheta. Secondo gli inquirenti i due fratelli avrebbero istituito un vero e proprio cartello del narcotraffico internazionale insieme a Maria Rosaria Campagna, napoletana e compagna del boss della mafia catanese Salvatore Cappello detto "Turi", ed al figlio della coppia. Serafino Rubino curava le trattative direttamente con i cartelli colombiani grazie ad una rete di rapporti in Sudamerica. Suo fratello Fabio Giulio, invece, si occupava del recupero dello stupefacente in Italia ma anche nelle relazioni d'affari con i co-finanziatori delle pertite di droga. Infine Maria Rosaria Campagna oltre a finanziare la consorteria criminale era specializzata nel recupero di considerevoli quantitativi di cocaina in qualsiasi porto d'Italia dove venisse spedita ma principalmente nel porto di Napoli, dove poteva contare, ad avviso dei magistrati, su dei "ganci" interni, allo stato rimasti non identificati. 

Nel tempo, il gruppo campano collegato alle cosche di ‘ndrangheta, si è dimostrato tanto potente economicamente, da non accusare i durissimi colpi assestati dagli inquirenti: basti pensare che, in un arco temporale relativamente ridotto, sono stati sottratti dalla disponibilità dei criminali oltre 360 chili di stupefacente, tra cui un sequestro effettuato al porto di Gioia Tauro con la droga nascosta con la tecnica del "rip off" in una nave cargo ma anche un carico da 130 chili di cocaina partito da Seattle e "bloccato" a Panama e destinato al porto di Napoli.


 

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