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Cronaca Pignataro Maggiore

Scacco matto al clan Ligato-Lubrano: 4 arresti

Perquisizione dei carabinieri che hanno dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere

Duro colpo al clan Ligato-Lubrano: 4 arresti ed una perquisizione. È il risultato del blitz dei carabinieri della compagnia di Capua coordinati dal comando provinciale casertano che alle prime luci del mattino hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Fabrizio Finamore del tribunale di Napoli a carico del boss di Pignataro Maggiore Raffaele Ligato, i figli Felicia e Pietro Ligato nonché Fabio Papa accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e lesioni personali. La perquisizione è stata effettuata a casa della moglie del boss Raffaele Ligato. 

Le operazioni nelle province di Caserta, Novara e L’Aquila coi militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta unitamente ai colleghi del Comando Compagnia di Capua, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti dei 4 soggetti ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati del reato di estorsione e di lesioni personali, aggravati dalla finalità di agevolare il clan camorristico “Ligato” egemone nell’area riferibile al comune di Pignataro Maggiore.

I provvedimenti restrittivi (dei quali 3 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) costituiscono il risultato di un’intensa attività investigativa, avviata nel mese di agosto e condotta attraverso un’ampia piattaforma tecnica ed una mirata attività esterna di riscontro, che ha consentito di: disvelare la realizzazione di condotte estorsive decennali compiute, sin dal 2007, nei confronti di imprenditori operanti nel settore delle onoranze funebri in Pignataro Maggiore, i quali, subendo azioni intimidatorie, corrispondevano la somma di euro 3000 mensili; accertare il compimento di un’ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore di Pastorano, al quale si imponeva la consegna di un lotto del cimitero di Pignataro Maggiore oppure la somma di 18000 euro; documentare come gli indagati, per affermare la supremazia sull’area di influenza, non abbiano esitato a fare ricorso ad atti intimidatori e/o violenti, così come accaduto nei confronti di un 56enne di Pignataro Maggiore, aggredito per futili motivi con l’utilizzo di spray urticante ed un tirapugni.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

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