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Cronaca Casapesenna

Il pentito: "Da Zagaria cesti natalizi a politici ed imprenditori"

Le rivelazioni di Caterino: "La pasticceria usata per il cambio degli assegni"

Politici, imprenditori professionisti legati al clan dei Casalesi e ricompensati con cesti natalizi per la loro disponibilità. E' una delle circostanze che emerge dall'inchiesta che ha portato all'arresto di Giuseppe Santoro, titolare di una pasticceria e ritenuto vicino al sodalizio capeggiato da Michele Zagaria

A riferire della circostanza è il collaboratore di giustizia Massimiliano Caterino che racconta del rapporto di lunga data della pasticceria con il clan dei Casalesi. Già negli anni '90 "fui incaricato da Pasquale Zagaria di ordinare dei cesti natalizi da consegnare a varie persone legate ad ambienti imprenditoriali, politici e professionisti in genere. Ricordo che furono ordinati 200 cesti natalizi".

La pasticceria, nei primi tempi, venne utilizzata come una sorta di bancomat, dove monetizzare le estorsioni pagate con gli assegni. "Portai gli assegni di Michele Zagaria ad Antonio Santoro (padre di Giuseppe nda), che ammontavano a circa 30 milioni di lire e chiesi a Santoro di monetizzarli dicendogli che erano di Michele Zagaria. Santoro mi rispose testualmente 'per me non ci sono problemi. Per Michele Zagaria qualunque cosa".

Così il rapporto divenne man mano più forte al punto che la pasticceria veniva utilizzata come luogo per i summit di camorra, oltre al cambio di assegni. Un legame che si sarebbe confermato, secondo il racconto del pentito, anche con la gestione di Giuseppe Santoro che durante gli incontri tra gli esponenti della cosca criminale "veniva incaricato di vigilare sull'arrivo di eventuali esponenti delle forze dell'ordine", dice ancora il pentito Caterino. 

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