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Cronaca Santa Maria Capua Vetere

Cellulare in carcere per le telefonate a casa: 41 indagati dalla Procura

Chiuse le indagini, il sostituto procuratore prepara la richiesta di rinvio a giudizio

Hanno introdotto all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere un telefono cellulare ed una scheda con la quale riuscivano a mantenere contatti con l’esterno anche durante il periodo della detenzione. Un “trucco” che, però, è stato scoperto. Sotto inchiesta sono finiti 41 detenuti rinchiusi nel carcere casertano dal primo gennaio 2021 al 26 ottobre dello stesso anno.

L’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, curata dal sostituto procuratore Oriana Zona, è giunta adesso alla fine. In queste ore è stata recapitata ai 41 indagati l’avviso di conclusione delle indagini, contestando l’articolo 391 ter, il quale prevede che chiunque indebitamente procura a un detenuto un apparecchio telefonico o altro dispositivo idoneo ad effettuare comunicazioni o comunque consente a costui l'uso indebito dei predetti strumenti o introduce in un istituto penitenziario uno dei predetti strumenti al fine di renderlo disponibile a una persona detenuta è punito con la pena della reclusione da uno a quattro anni.

Gli indagati sono detenuti di Caserta, Aversa, Marcianise, Maddaloni, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe, Mondragone, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico, San Prisco, Gricignano, Teverola, Piedimonte Matese, Capodrise, oltre che delle province di Napoli, Salerno e Roma. Ora avranno venti giorni di tempo per poter, tramite i loro legali, presentare memorie difensive prima che la Procura formuli la richiesta di rinvio a giudizio.

Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli avvocati Nicola Musone, Angelo Raucci, Massimo Trigari, Amedeo Barletta, Orlando Sgambato, Giuseppe De Luca, Pasquale Daniele Delle Femmine, Cristian Aniello, Francesco Lavagna, Carlo De Stavola, Pasquale Diana, Renato Jappelli.

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