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Cronaca

Nel casertano due furti d'identità al giorno

I dati dell'osservatorio del 2021: Terra di Lavoro al 7° posto nazionale

In provincia di Caserta nel 2021 si sono verificati 785 furti d'identità, una media di due al giorno. Lo riferisce l'Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti d'identità realizzato da CRIF-MisterCredit. 

Nel 2021 i casi rilevati in Italia sono stati oltre 28.600 (+31,1% rispetto al 2020); un aumento dovuto al continuo sviluppo degli acquisti online (+18% nel 2021) che ha contribuito alla crescita dei casi perpetrati sui canali virtuali, dove le verifiche possono essere meno efficaci. A livello nazionale, il danno stimato raggiunge i 124,6 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, dal momento che al numero maggiore di casi corrisponde una contemporanea diminuzione dell'importo medio frodato, che si attesta a 4.350 euro (-23,3% rispetto all’anno precedente).

In Campania 13 casi al giorno

Nel corso del 2021 la Campania ha fatto registrare 4.787 i casi di frode, 13 casi al giorno, dato che posiziona la regione al 1° posto della graduatoria nazionale. A fronte di una crescita fatta segnare in regione sia delle richieste di prestiti personali (+16%) sia dei finalizzati (+23,8%) relativamente all’incidenza dei casi sui volumi di credito erogato, la Campania si colloca in 2^ posizione della graduatoria nazionale. A livello provinciale, il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Napoli, con 2860 casi (che la collocano al 1° posto nel ranking nazionale), seguita da Caserta con 785 (7a posizione), da Salerno con 668, Avellino con 267 e Benevento, con 207. 

"Fenomeno in continua evoluzione"

“Il fenomeno delle frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità è in continua evoluzione, con le organizzazioni criminali che si avvalgono di tecniche sempre più sofisticate che spesso il singolo consumatore non è in grado di rilevare. Dopo aver registrato un calo nel 2020, a causa del lockdown e della contrazione delle operazioni di finanziamento, con la ripresa della normale operatività nel 2021 i casi sono immediatamente tornati a crescere. Non bisogna quindi abbassare la guardia perché il più frequente ricorso all’e-commerce, l’accelerazione nell’utilizzo delle carte di pagamento e la digitalizzazione di molti processi possono determinare un ulteriore innalzamento dei rischi e una impennata dei casi”, commenta Beatrice Rubini, executive director della linea Mister Credit di CRIF.

Le principali categorie di beni acquistati con un finanziamento fraudolento

Tra le forme tecniche di credito in cui si registra il maggior numero di casi fraudolenti, i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, articoli di arredamento, elettronica ed elettrodomestici, ecc), nonostante rappresentino anche nel 2021 la principale tipologia di finanziamento più colpita con il 34,4% del totale, fanno segnare una flessione del -30% circa. Si registra invece, un aumento dell’importo medio del +17,5% rispetto al 2020.

Al contrario, continuano ad aumentare a ritmo elevato le frodi sui prestiti personali (+56,6%), che con il 22,5% del totale dei casi si posizionano al secondo posto per tipo di operazione, seppur registrando un calo dell’importo medio pari a -8,2%.

Le frodi sulle carte di credito fanno segnare una crescita del + 59,7% rispetto al 2020, dopo la forte contrazione dell’anno precedente, quando aveva inciso il lockdown varato a seguito dello scoppio della pandemia.

Interessante notare, infine, alcuni trend minori, ma da tenere sotto controllo. Tra questi, va segnalato come nel 2021 siano emersi casi di frode sulla rateizzazione di acquisti e-commerce (le così dette formule “compra subito, paga dopo”, in gergo tecnico ”Buy now, pay later”), anche se ancora ricoprono una fetta assolutamente residuale (0,2% del totale).

Entrando nel dettaglio dei beni e servizi acquistati con un prestito finalizzato ottenuto in modo fraudolento, il 40,7% dei casi ha per oggetto l’acquisto di elettrodomestici, in crescita del +25,3% rispetto alla rilevazione del 2020.

Una quota significativa dei casi ha riguardato anche il comparto dell’elettronica – informatica – telefonia (9,0% del totale) e quello auto e moto (8,8% del totale). Seguono i finanziamenti per l’arredamento (6,1%) e quelli per interventi sugi immobili e ristrutturazioni (5,4%).

Il profilo delle vittime

Dalle analisi dell’Osservatorio CRIF – Mister Credit emerge come la maggioranza delle vittime sia rappresentata da uomini (63,5% del totale). Rispetto al 2020, la distribuzione dei casi per genere vede un ulteriore aumento degli uomini (+2,7%).

Osservando la distribuzione delle frodi per classi di età si conferma, invece, la dinamica già evidenziata nel 2020: la fascia di età nella quale si rileva il maggior incremento dei casi è quella degli under 30 (+8,0%) mentre diminuiscono gli over 60 anni (-6,9%). La fascia compresa tra i 41 e 50 anni segue i più giovani come segmento maggiormente colpito dal fenomeno, con il 22,5% delle vittime.

“Spesso la vulnerabilità alle frodi è accresciuta da comportamenti a rischio da parte delle vittime, ad esempio con la disinvolta pubblicazione sul web e sui social di dati anagrafici e identificativi o di informazioni personali che possono essere utilizzate dalle organizzazioni criminali per ricostruire false identità. Per questo è indispensabile che i consumatori pongano la massima attenzione nel proteggere adeguatamente la propria identità digitale, attivino un sms di allerta per controllare le transazioni con la carta di credito e sistemi che avvisano tempestivamente nel caso i dati personali vengano utilizzati per chiedere un finanziamento o se stiano indebitamente circolando sul web”, aggiunge Beatrice Rubini.

Come vengono perpetrate e quando vengono scoperte le frodi creditizie?

Analizzando gli alert sui documenti identificativi emersi dalle interrogazioni fatte ai servizi di prevenzione frodi gestiti da CRIF con anche la tramitazione delle banche dati SCIPAFI, viene confermato l’utilizzo preponderante della carta di identità come documento identificativo, con una incidenza superiore al 80,7% del totale, seguito dalla patente col 17,7%.

In particolare, l’1,9% dei documenti presentati in fase di identificazione anagrafica è una carta di identità contraffatta, oppure valida ma non riconducibile al soggetto. Per le patenti, invece, nel 4,1% dei casi si tratta di patenti inesistenti o non appartenenti al soggetto.

In controtendenza rispetto a quanto rilevato nel 2020, i tempi di scoperta delle frodi si stanno accorciando, con il 42,4% dei casi che viene scoperto entro i primi sei mesi (contro il 36,3% del 2020). Al contempo sono diminuiti i casi scoperti dopo oltre 3 anni (-11,3%).

“I player finanziari sono stati da sempre molto attenti ai temi di identificazione nella fase di valutazione del merito creditizio. Negli ultimi 2 anni, però, con l’accelerazione dei processi di trasformazione digitale hanno intensificato i controlli antifrode anche in altre fasi, quali ad esempio l’onboarding dei clienti per l’apertura di un conto corrente online o il rinnovo della carta di credito e, più in generale, nei presidi dei sistemi di pagamento digitali. Gli strumenti a supporto di tali verifiche consentono di potere contare su un ampio ecosistema di dati, tradizionali e innovativi, e su analytics evoluti, il tutto disponibile su piattaforme che consentono di effettuare controlli in real time, con processi fluidi per i consumatori“, conclude Fabrizio Arboresi, Senior Director di CRIF.

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