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Sabato, 30 Settembre 2023
Cronaca Casal di Principe

Il braccio destro del boss: "Mai avuto contatti con i Casalesi. Arresto Schiavone saputo al bar"

Il processo alla cellula del clan attiva in Veneto: "Pensavano muovessi milioni ma non riuscivo nemmeno a pagare le fatture"

"Non conosco nessuno del clan dei Casalesi. Ho appreso dell'arresto di Nicola Schiavone mentre ero in un bar". Lo ha detto Raffaele Buonanno nel secondo atto del suo lungo esame dinanzi al collegio presieduto dal giudice Manduzio del tribunale di Venezia nel processo alla presunta cellula del clan dei Casalesi attiva nella zona di Eraclea e di cui sarebbe stato capo Luciano Donadio. 

Buonanno, assistito dall'avvocato Giuseppe Brollo, ha replicato alle domande del pm Terzo evidenziando la sua non appartenenza al clan. E sull'arresto del figlio del boss Sandokan, avvenuto nel 2011 quando Buonanno era proprio a Casal di Principe - circostanza finita nelle intercettazioni - Buonanno ha evidenziato di averlo appreso al bar. Sui suoi rapporti con Donadio ha ribadito: "ognuno faceva i propri affari. Non ho mai diviso con lui i proventi delle sue attività". Una circostanza che sarebbe confermata dalla falsa assunzione, per poter continuare a ricevere i contributi, ma lo stipendio Buonanno lo avrebbe restituito. "Ad un certo punto ho dato a Donadio la mia carta di credito in modo che potesse prelevarlo", ha detto ai giudici. 

E nessuna quota sarebbe stata inviata a Casal di Principe. Buonanno ha riferito di un tentativo di estorsione da parte di Daniele Corvino, la cui latitanza secondo la Dda di Venezia sarebbe stata coperta proprio da Donadio in Veneto. "Pensava muovessimo i miliardi - ha detto Buonanno - Ma in realtà non riuscivamo nemmeno a pagare le fatture". 

Buonanno ha poi riferito di due episodi di usura. In un caso ha ammesso il prestito da 40mila euro fatto ad un imprenditore "mai avuto indietro", in un altro caso ci avrebbe rimesso 3mila euro. Si torna in aula a inizio settembre per la fine dell'esame di Buonanno e l'avvio di altri esami degli imputati, tra cui quello del sindaco di Eraclea Mirko Mestre. Nel collegio difensivo sono inoltre impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.  

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