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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, finanzieri ricostruiscono il patrimonio del boss Donadio

Rilevate incongruenze tra i beni dichiarati e quelli effettivamente posseduti

Redditi superiori rispetto a quelli dichiarati. Non ha dubbi il luogotenente della guardia di finanza ascoltato nel corso del processo alla cellula del clan dei Casalesi attiva nella zona di Eraclea, in Veneto, guidata da Luciano Donadio

L'ufficiale delle Fiamme Gialle ha ricostruito i patrimoni - in particolare gli immobili - finiti nel mirino della magistratura e che dimostrerebbero, secondo la Dda, alcune incongruenze rispetto a quanto dichiarato sia da Donadio sia da altri suoi sodali, tra cui Raffaele ed Antonio Buonanno, e che ora potrebbero essere confiscati. 

Nel corso dell'udienza, celebrata dinanzi alla corte presieduta dal giudice Manduzio, il finanziere ha anche parlato dei rapporti di Donadio e di Christian Sgnaolin (che procede in abbreviato) con il banchiere Denis Poles, direttore sia della filiale di Jesolo sia di quella di Musile del Piave della banca Antonveneta, poi assorbita dal Monte dei Paschi di Siena. Il finanziere ha confermato come Donadio e Sgnaolin riuscissero - grazie alla complicità del gancio in banca - a intrattenere rapporti finanziari riguardanti alcune società su cui, però, non avevano alcuna titolarità. Si torna in aula nei prossimi giorni, con due udienze prima di Natale.

Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.

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