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Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, il braccio destro del boss chiama Nicola Schiavone a testimoniare

Buonanno conferma di non conoscere il rampollo di casa Sandokan: "Chiedetelo a lui"

"Chiedetelo a Nicola Schiavone". Così Raffaele Buonanno, ritenuto il braccio destro di Luciano Donadio presunto boss della cellula del clan dei Casalesi trapiantata in Veneto, nella zona di Eraclea. 

Nel corso dell'ultima udienza Buonanno - difeso dall'avvocato Giuseppe Brollo - ha concluso il suo esame (durato ben tre udienze) chiarendo alcune delle contestazioni mosse. In particolare, il riferimento di alcuni collaboratori di giustizia che lo avrebbero indicato quale elemento del clan Schiavone in contatto con il figlio di Sandokan Nicola Schiavone, attualmente collaboratore di giustizia, che avrebbe incontrato all'inizio degli anni 2000 a Casal di Principe. Una circostanza che è stata smentita da Buonanno che ha negato di conoscere Schiavone. Per questo nella lista testi presentata dal suo difensore figura proprio il boss oggi pentito. 

Buonanno ha poi riferito anche alcuni tentativi di estorsione che i Casalesi del Veneto avrebbero subito da parte del gruppo 'madre'. In un caso un elemento di spicco del clan avrebbe chiesto a lui e Donadio la somma di 50 milioni di lire, scesa poi a 4 milioni ma alla fine "si accontentò di un pacchetto di sigarette". "Siamo vittime - ha ribadito ai giudici del collegio presieduto da Roberto Manduzio - Mi sento vittima di un sopruso da 3 anni e 7 mesi sono in carcere". Nel corso dell'esame Buonanno ha ammesso una contestazione di usura mossa nei suoi confronti da parte della Dda di Venezia. Si torna in aula giovedì. Nel collegio difensivo sono inoltre impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.  

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