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Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, il figlio del boss resta in cella

Per la Cassazione Adriano Donadio potrebbe far ripartire le attività criminali. Colletti bianchi nel mirino della Dda

Resta in carcere Adriano Donadio, 31 anni di Aversa e figlio del presunto boss Luciano Donadio, capo della cellula del clan dei Casalesi operativa nel Nord Est, in particolare nella zona di Eraclea.

E' quanto ha disposto la Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso del legale di Donadio che ha impugnato dinanzi alla Suprema Corte il provvedimento di rigetto del Riesame di revoca o sostituzione della misura cautelare in cella. Per la corte romana "in caso di scarcerazione dell'imputato non sarebbe preclusa la possibole ripresa delle attività illecite".

Non solo. I giudici hanno evidenziato anche come il sodalizio criminale, decimato da numerosi arresti, sarebbe ancora attivo ma "dormiente" in quanto "l'ordinanza cautelare non ha coinvolto tutti i soggetti intranei e contigui al sodalizio e che sono emerse connivenze o collusioni di appartenenti alla Pubblica Amministrazione (alcuni dei quali ancora non identificati) proni alle esigenze della consorteria (viene menzionata la posizione di un esponente delle forze dell'ordine asservito al gruppo)".

Respinta anche la richiesta riguardante patologie psichiche di cui sarebbe affetto Donadio. Per i giudici "la sindrome riscontrata dal consulente di parte non denota un'incompatibilità con il regime carcerario".

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