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Cronaca Casal di Principe

La truffa della centrale a biomasse: la finanza "inchioda" il boss in aula

Un'operazione che celava una truffa ai danni della Regione

Non solo le armi, l'usura e le estorsioni. Uno dei 'core business' di Luciano Donadio, il boss della cellula dei Casalesi a Venezia, e dei suoi sodali era quello delle false fatture ed assunzioni per truffare banche ed enti pubblici. 

E' quanto ha riferito un maresciallo della guardia di finanza nel corso dell'udienza - celebrata presso l'aula bunker del tribunale di Venezia - durante la quale è stato aperto un focus sulla Gsi, una delle aziende collegate alla "galassia Donadio".

La società, secondo quanto ricostruito, era utilizzata per le fatturazioni fittizie e per il rilascio di attestazioni di assunzioni per stranieri in modo da garantire loro i benefici previdenziali come la disoccupazione.

Ma non solo. Su impulso di Paolo Valeri, uno dei sodali di Donadio, la Gsi riuscì ad aggiudicarsi un appalto per la costruzione di una centrale a biomasse a San Daniele del Friuli, insieme anche ad altra aziende tra cui un allevamento di maiali e un prosciuttificio.

Un'operazione che ovviamente celava una truffa ai danni della Regione Friuli. L'impianto, di fatto avviato, dopo poco tempo la sua entrata in funzione si spense, definitivamente. Uno schema che, una volta scoperto in Friuli, il gruppo "sotto mentite spoglie" voleva replicare in Veneto, ad Eraclea.

Si torna in aula nei prossimi giorni. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.

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