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Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, il boss preoccupato: "Pensano che muovo i miliardi"

L'intercettazione emersa durante l'esame del braccio destro Buonanno

"Se vengono a sapere che sono intervenuto per il recupero di 10 milioni di euro pensano che muovo i miliardi". Così il boss Luciano Donadio, ritenuto il capo della cellula dei Casalesi ad Eraclea, in un'intercettazione telefonica. La circostanza è tornata alla ribalta nel corso dell'esame dell'imputato Raffaele Buonanno, anche lui di Casal di Principe, attualmente detenuto al carcere di Melfi e considerato il "numero due" della cosca. 

Nel corso del suo esame Buonanno, difeso dall'avvocato Giuseppe Brollo, ha parlato della sua conoscenza con Donadio iniziata in gioventù a Casal di Principe. Donadio chiese a Buonanno di accompagnarlo ad Eraclea ed una volta in Veneto questi iniziò a diventare una sorta di tutto fare del boss, da autista a dipedente di una ditta di costruzioni. Tra il 2007 ed il 2008 Buonanno sarebbe rientrato a Casal di Principe ma sarebbe rimasto formalmente alle dipendenze di una ditta di Donadio. Una falsa assunzione ammessa nel corso del suo esame e fatta per "continuare a ricevere i contributi". 

Poi l'attenzione del pm si è concentrata sull'estorsione al broker Fabio Gaiatto. Secondo l'accusa, Donadio e Buonanno intervennero per recuperare 10 milioni di euro che Samuele Faé avrebbe investito con il presunto intermediario finanziario, di cui 6 milioni non vennero restituiti. Contestualmente altri erano sulle tracce del broker. Si trattava di investitori napoletani che avrebbero ripulito 12 milioni di euro in Croazia. Le autorità croate scoprono il riciclaggio e bloccano i conti, così gli investitori cercano il broker per riavere indietro i soldi. Dicono che cercano Gaiatto spendendo il nome del boss Salvatore Iovine, che loro sono i veri Casalesi. Così in questo scontro - Casalesi vs Casalesi - interviene Raffaele Buonanno. Parla al telefono con il presunto Salvatore Iovine ma in aula ammette di non conoscerlo (come ha disconosciuto anche Faè e lo stesso Gaiatto). 

E' in questa fase che Buonanno colloca le preoccupazioni di Buonanno, intercettate dagli inquirenti. Donadio pensò di muoversi in anticipo e versare la tangente al clan di appartenenza prima di destare sospetti. Si torna in aula giovedì prima della pausa estiva. Nel collegio difensivo sono inoltre impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.  

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