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Cronaca Casal di Principe

Banchieri "amici" del boss: i colleghi parlano al processo

Gli impiegati ascoltati nel corso dell'udienza a carico dei Casalesi in Veneto

Primo atto dell'escussione di diversi impiegati di banche entrate in contatto con la galassia di Luciano Donadio, ritenuto a capo della cellula del clan dei Casalesi in Veneto, in particolare nella zona di Eraclea. E' quanto accaduto nel corso dell'udienza celebrata dinanzi al collegio presieduto dal giudice Manduzio all'aula bunker del tribunale di Venezia. 

Qui diversi i banchieri che sono stati ascoltati dagli inquirenti e dai loro difensori per far luce sui rapporti tra Donadio e due dipendenti di banca - Denis Poles e Marco Donati, anche loro a processo - che hanno avuto rapporti con Donadio ed i suoi sodali (Raffaele Buonanno, Cristian Sgnaolin, Antonio e Giuseppe Puoti) consentendogli di operare sui conti delle società di fatto intestate a prestanome ma di fatto gestite dal boss Donadio. 

In particolare gli inquirenti hanno provato ad aprire una breccia su quelle movimentazioni - a loro avviso effettuate in barba alle leggi bancarie - sospette eppure mai segnalate alle autorità competenti. E non solo i due impegati inseriti negli ingranaggi del "sistema Donadio" avrebbero anche suggerito le operazioni societarie e le sostituzioni di prestanome più adeguate per consentire l'operatività della galassia imprenditoriale "Casalese". E ancora. Avrebbero anche collaborato alla creazione di una solidità finanziaria fittizia per far concedere ai Donadio e soci fidi bancari per anticipi di fatture, poi impiegate nelle attività di frode attraverso le fatture fittizie. 

Nel corso dell'udienza si è assistito ad una prima tranche di professionisti degli istituti di credito che è stata ascoltata dai giudici. Il secondo atto è in programma fra una decina di giorni. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.

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