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Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto: fissato l’Appello per 23

In primo grado il giudice ha inflitto oltre 126 anni di carcere

Fissato il processo in Appello a carico degli imputati, processati con abbreviato, coinvolti nella maxi inchiesta sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi nel Nord Est, in particolare nella zona di Eraclea.

L'udienza è fissata alla fine di dicembre dinanzi alla corte d'Appello di Venezia. Un processo atteso e che potrebbe aver risvolti anche nel maxi processo dibattimentale - che si sta celebrando dinanzi al giudice Roberto Manduzio - nel quale è imputato il presunto boss Luciano Donadio ed i suoi sodali più stretti. Qualora, infatti, venisse confermata l'associazione mafiosa - contestata a diversi imputati - si complicano e non poco gli iter processuali di chi ha scelto il processo con rito ordinario.

In primo grado il gup Michela Rizzi aveva inflitto 6 anni per Girolamo Arena, 38 anni di Palermo, divenuto collaboratore di giustizia; 12 anni per Antonio Basile, 60 anni di Napoli e residente a Mestre, per la sola partecipazione all'associazione di stampo mafioso; 3 anni e 8 mesi per Saverio Capoluongo, 44 anni di Casal di Principe; 6 anni e 8 mesi per Vincenzo Chiaro, 67enne di Castel Volturno; 9 anni e 6 mesi per Nunzio Confuorto, 48 anni di Afragola e residente ad Eraclea; 8 anni e 6 mesi per Antonio Cugno, 57 anni di Napoli e residente ad Eraclea; 10 anni per Giacomo Fabozzi, 35 anni di Aversa e residente ad Eraclea; 9 anni per Tommaso Napoletano, 44 anni di Capua residente ad Eraclea; 4 anni e 6 mesi per Valentino Piezzo, 34 anni di Napoli e residente ad Eraclea; 4 anni e 6 mesi per Tommaso Ernesto Pizzo, 54 anni di Marsala residente a Zero Branco; 6 anni e 6 mesi per Antonio Puoti, 34 anni di Aversa residente ad Eraclea; 3 anni e 8 mesi per Salvatore Salvati, 58 anni di Napoli residente ad Eraclea; 5 anni e 10 mesi per Cristian Sgnaolin, 47 anni di San Dona' di Piave; 6 anni e 6 mesi per Francesco Verde, 42 anni di Sant'Antimo residente ad Eraclea; 2 anni e 4 mesi per Vincenzo Vaccaro; 8 anni e 6 mesi per Berardino Notarfrancesco, 41 anni di Polla e residente ad Eraclea; 5 anni per Moreno Pasqual, 56 anni di San Dona' di Piave; 3 anni e 3 mesi per Graziano Teso, 72 anni ex vice sindaco di Eraclea; 8 mesi per Annamaria Marin, a cui è stato concesso il beneficio della sospensione della pena; 4 anni e 8 mesi per Ennio Cescon, 56 anni di Noventa di Piave; 3 anni per Slavisa Ivkovic, 58 anni residente a Jesolo; 2 anni per Daria Poles, 37 anni di San Dona' di Piave, con pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziale; 2 anni e 8 mesi per Amorino Zorzetto, 66 anni di Eraclea. Nel collegio difensivo sono stati impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Mirella Baldascino, Mariarosaria Salvati, Boscoso, Muzzu e Sforza.

L'inchiesta in cui gli imputati sono rimasti coinvolti riguardava le attività criminali del gruppo, guidato da Luciano Donadio Raffaele Buonanno (entrambi a processo con rito ordinario) che si era insediato nel Veneto dagli anni '90 andando a rilevare le attività che erano sotto l'egemonia della Mala del Brenta. In questo modo il gruppo legato al clan dei Casalesi, fazione Bidognetti, era riuscito a conquistare il controllo del tessuto economico veneto, dall'edilizia alla ristorazione, oltre ad imporre un "aggio" per il narcotraffico e lo sfruttamento della prostituzione, con le ragazze che venivano assunte in aziende di comodo facenti capo a Donadio o a suoi prestanome. L'organizzazione criminale, dedita all'usura ed all'estorsione, avrebbe destinato, secondo gli inquirenti della Dda, parte dei proventi illeciti per sostenere i carcerati di alcune famiglie storiche del sodalizio Casalese. Tra gli episodi emersi durante le indagini, durate circa un ventennio, anche bombe e spari per convincere gli imprenditori a pagare e far comprendere loro che con la camorra, anche in Veneto, non si scherzava. 

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