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Cronaca Casal di Principe

Casalesi in Veneto, amante del boss sotto torchio del pm

Donadio si vantava di essere il capo dei Casalesi ad Eraclea ma la donna nega

Qualche sorriso malizioso e tante, troppe, negazioni nonostante le intercettazioni parlino chiaro. E' stata questa in sintesi la testimonianza di Valentina, un'avvenente donna di nazionalità ucraina, amante del presunto boss di Eraclea Luciano Donadio che avrebbe imposto la 'legge dei Casalesi' nel Nord Est. 

La donna ha testimoniato nell'aula bunker del tribunale di Venezia dove si sta celebrando il processo a carico della presunta cellula del clan casertano in Veneto. Ficcante l'interrogatorio del pm che le ha chiesto conferme sui suoi rapporti con Donadio e del fatto che lui si vantasse al telefono dell'essere il boss di Eraclea. "Qui comandiamo noi", le avrebbe detto. E persino il nipote del boss di Totò Riina si sarebbe rivolto a lui con la benedizione del capo dei capi: "Vai da Luciano che ti mette a posto". Parole dette da Donadio alla donna per vanto ma anche per confermarle quanto si diceva di lui in paese: senza il placet del capoclan ad Eraclea non si muoveva una foglia. Ammissioni che erano intercettate dagli inquirenti che hanno chiesto conto a chi era dall'altro capo del telefono, Valentina, che però ha negato. 

Il processo prosegue con l'escussione delle vittime di estorsione. Si torna in aula giovedì. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini. 

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