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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Casal di Principe

Avvocato arrestato con Schiavone. Indagato anche carabiniere

La spy story dell'indagine sulle infiltrazioni nella rete ferroviaria: dal funzionario di banca al legale con il gancio in Procura

C'è una storia nella storia. Ed è una storia di 'spionaggio' dell'attività investigativa a carico di Nicola Schiavone, ritenuto il braccio imprenditoriale del clan dei Casalesi nel settore delle commesse ferroviarie. 

Segreti rivelati a Schiavone da un altro imprenditore, Crescenzo De Vito, di Giugliano in Campania, finito agli arresti domiciliari, gestore di fatto della Macfer, azienda che fa parte del consorzio Imprefer controllato da Schiavone. De Vito apprende le informazioni da Francesco Chianese, funzionario della Banca Popolare di Torre del Greco e colpito da misura interdittiva, incaricato dalla Procura di evadere il decreto di esibizione di documentazione bancaria inerenti i rapporti di credito relativi alcune società tra cui la Macfer.

Appresa la notizia De Vito riferisce a Schiavone dell'indagine a suo carico, indicandogli sia il numero di registro, sia il pm che indaga sia, infine, la pg che sta svolgendo le indagini: "C'era anche in nome dei carabinieri che ricevono la pratica". Una 'spy story' in cui avrebbe avuto un ruolo anche un avvocato, Matteo Casertano del foro di Napoli Nord, pure finito ai domiciliari.

Sarebbe stata lui la fonte di De Vito di cui sarebbe il cugino. Una circostanza che emerge da una serie di contatti whatsapp in cui si apprende che Casertano riesce ad avere informazioni grazie da una talpa in Dda: "il mio amico tranquillo se lo vede lui", dice in uno dei tanti messaggi a De Vito. Per la Dda la 'talpa' è un luogotenente dei carabinieri, anche lui indagato a piede libero nell'ambito della stessa inchiesta, che avrebbe un maresciallo al servizio della Procura: "l'ho creato io", dice a Casertano. Il secondo militare non risulta indagato. 

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