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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lusciano

Casalesi nell'area Pip, l'autista 'pentito' conferma l'affaire ma è giallo sulle date

Per Di Caterino ci sarebbero stati incontri con l'ex sindaco Verolla ma la sua elezione è successiva alle date indicate

Il pentito Emilio Di Caterino conferma gli interessi del clan dei Casalesi sull'area Pip di Lusciano ma che confusione sulle date. 

E' quanto accaduto nel corso dell'ultima udienza del processo a carico di Aniello e Raffaele Cesaro, fratelli del parlamentare Luigi Cesaro (non indagato), dell'ex consigliere regionale Nicola Ferraro, dell'ex sindaco di Lusciano Isidoro Verolla e di Francesco Pezzella, Vincenzo Salernitano, Nicola Mottola, Francesco Pirozzi ed Immacolata Verde. Nel corso della sua escussione, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Giovanni Caparco del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Di Caterino ha confermato di aver saputo da Luigi Guida - all'epoca elemento di spicco del clan dei Casalesi ed oggi anche lui collaboratore di giustizia - degli interessi dei Casalesi sull'area. Rivelazioni, dunque, ricevute de relato: "Ero il suo autista - ha precisato Di Caterino - Ma non ho mai partecipato alle riunioni". 

Ma nel corso della sua escussione Di Caterino ha precisato che il referente politico con cui era in corso la trattativa sarebbe stato l'ex sindaco Isidoro Verolla collocando i presunti incontri al periodo prima del 2003: "anno d'inizio della mia latitanza". Verolla, giusto precisare per dovere di cronaca, è diventato sindaco solo nel 2004 e quindi successivamente ai presunti incontri riferiti dal collaboratore di giustizia. Si torna in aula ad aprile. 

Secondo l'accusa, a Lusciano era prevista una spartizione degli utili e dei capannoni, che si dovevano realizzare attraverso la ditta di Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti presso il Comune. I fratelli Cesaro devono rispondere dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e per aver "pilotato" la gara d’appalto per la costruzione di alcune strutture nell’ex zona Pip a Lusciano.

Per tutti gli imputati è già decaduta l’accusa di concorrenza illecita e turbativa d’asta per l’appalto della costruzione di piscine termali. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Mario Griffo, Giovanni Cantelli, Giuseppe Stellato e Paolo Caterino. 

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