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Cronaca San Cipriano d'Aversa

Frode carburanti, arrestati gestivano bene confiscato alla camorra

Agrorinasce procede alla revoca dell'assegnazione a Vincenzo Diana, disposte altre verifiche. Il Comitato don Diana: "Liberare La Balzana da infiltrazioni mafiose"

L'inchiesta sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi nella frode sul carburante agricolo nel salernitano aprono nuovi scenari sull'assegnazione dei lotti de La Balzana, la grande proprietà di Santa Maria la Fossa appartenuta alla famiglia Schiavone ed oggi divisa, dopo la confisca, in 36 lotti assegnati ad altrettanti imprenditori agricoli.

Tra gli assegnatari, infatti, figura Vincenzo Diana, arrestato ieri insieme al padre Raffaele Diana, quest'ultimo ritenuto dagli inquirenti della Dda di Potenza uno dei principali indagati dell'inchiesta sul carburante. Secondo l'antimafia la famiglia Diana avrebbe infiltrato il tessuto economico-sociale del Vallo di Diana, stringendo un patto con Massimo Petrullo, titolare dell'omonima società di carburanti, i cui proventi illeciti - derivanti dall'evasione di Iva ed accise sul carburante - venivano poi reimpiegati proprio nell'acquisto di beni immobili e quote societarie

E così la questione de La Balzana diventa oggetto di verifiche. Il giorno dopo gli arresti, Agrorinasce, società formata da cinque comuni del Casertano che amministra decina di beni confiscati ai clan, tra cui appunto La Balzana, interviene sulla vicenda. L’amministratore delegato Gianni Allucci, spiega che "tra i familiari di Raffaele Diana cui sono stati assegnati i lotti de La Balzana vi sono il figlio Vincenzo, arrestato, per cui si procederà, come stabilito dalla legge, alla risoluzione del contratto; due anni fa, quando gli concedemmo il lotto, Vincenzo era risultato negativo alle verifiche richieste presso la prefettura di Caserta, nel senso che non aveva alcun problema antimafia; con l’arresto ovviamente cambia tutto. Anche la moglie di Diana (Silvana Zara, non indagata, nda), madre di Vincenzo, è assegnataria di un lotto, ma siamo ancora in attesa da due anni delle verifiche antimafia richieste alla prefettura". Altri lotti sono stati assegnati ad altri familiari di Diana. 

Sul caso interviene anche il comitato Don Diana. "Gli arresti nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria su camorra e carburanti, tracciano un quadro inquietante e ci dicono che i nostri allarmi a proposito di dubbie assegnazioni dei terreni della Balzana a Santa Maria La Fossa, non erano infondati - si legge in una nota - Nell'inchiesta sono stati tratti in arresto, accusati di gravissimi reati, i membri di una famiglia assegnataria di diversi lotti del bene confiscato. Ci appelliamo agli uffici della Prefettura di Caserta e alla Dda di Napoli per fare completamente luce sui fatti accaduti e per liberare la Balzana da ulteriori rischi di infiltrazioni mafiose".

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