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Cronaca Casal di Principe

Le nuove leve del clan. Il figlio del boss Caterino voleva sfruttare il ‘vuoto’ nei Casalesi

Sequestrati 1,5 di droga e due armi da guerra. Aveva creato una struttura gerarchica

Aveva provato a sfruttare il vuoto che si è venuto a creare tra i vertici apicali del clan dei Casalesi dopo le numerose indagini della Dda per tentare di mettere in piedi un gruppo capace di gestire uno dei settori più redditizi per le organizzazioni criminali, quello della droga.

Ma l’ascesa di Francesco Caterino, 31 anni, e dei suoi sodali è stata fermata dai carabinieri di Casal di Principe che, questa mattina, hanno notificato 18 ordinanze cautelari (15 in carcere, 2 ai domiciliari ed un divieto di dimora) ad altrettanti indagati nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli.

Francesco Caterino è figlio del boss Giuseppe, detto Peppinotto, esponente storico della famiglia Schiavone, molto vicino al capoclan dei Casalesi Francesco "Sandokan" Schiavone. "Peppinotto" fu tra i primi esponenti a investire i guadagni della cosca in Emilia Romagna, e in particolare nella provincia di Modena. Il figlio Francesco, in tempi in cui quasi tutti gli elementi apicali del clan sono in cella, era entrato nel redditizio business dello spaccio, un coinvolgimento diretto nel settore, piuttosto inusuale per un clan che fino a qualche anno si occupava soprattutto di appalti pubblici.

Cocaina, hashish e marijuana venivano acquistate nel napoletano e rivendute tra Casal di Principe, San Cipriano, Casapesenna, Villa Literno oltre che in altre piazze di spaccio della provincia di Caserta. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati circa 1,5 kg di droga e 2 armi da guerra.

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