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Cronaca Casal di Principe

Imprenditore picchiato dai Casalesi, lo sfogo intercettato in diretta: "Lo prendo con la mazza"

La denuncia della vittima e le intercettazioni incastrano i Nobis. Il rivale aveva ritirato gli oli dalla pasticceria 'amica' di Zagaria

Erano pronti a tutto pur di mantere il monopolio sulle loro storiche roccaforti a Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d'Aversa non solo con minacce ma anche con azioni più forti in merito al mercato degli oli esausti. "Qua se non chiaviamo palate...".  Erano questi gli intenti di Aldo Nobis (fratello di Salvatore 'Scintilla' Nobis), suo nipote Giulio (figlio di Salvatore) e Vincenzo Cantiello (fratello di Salvatore Carusiello) destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Federica Colucci del Tribunale di Napoli ed eseguite dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe accusati di illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentata estorsione con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.

Pur di mantere lo scettro del potere per la raccolta degli oli esausti sono arrivati ad aggredire il titolare di una ditta rivale, inseguito e picchiato in strada con una mazza da baseball solo perché aveva ritirato gli scarti da una pasticceria rientrante nel 'loro territorio'. Era il 2 giugno del 2021 quando verso le 16.30 a Casapesenna il titolare della ditta di recupero di oli esausti ed il suo dipendente, a bordo del veicolo aziendale Iveco Daily vennero affiancati da una Fiat Bravo di colore scuro. Il passeggero del veicolo, Aldo Nobis, si sporse dal finestrino e con un colpo di mazza da baseball sfondò il finestrino del furgone. A causa dell'azione violenta il titolare della ditta aveva perso il controllo del mezzo collidendo prima con il veicolo degli aggressori e poi terminando la corsa contro l'angolo di una abitazione. Il malcapitato uscito dal furgone era stato aggredito fisicamente da Aldo Nobis che nel frattempo aveva ceduto la mazza da baseball a suo nipote Giulio che conduceva la Fiat Bravo, utilizzata poco prima, che colpì la vittima sulle gambe. Durante la colluttazione Aldo Nobis sottrasse il telefono cellulare all'aggredito che cercava di chiamare le forze dell'ordine per poi dileguarsi a bordo della Fiat Bravo guidata dal nipote. 

Tale episodio venne pianificato da zio e nipote lo stesso pomeriggio. Ciò risulta dalle intercettazioni delle utenze telefoniche dei due Nobis. "Devo prendere con la mazza a questo. È andato a prendere l'olio da Santoro". La colpa del titolare della ditta rivale di raccolta degli oli esausti fu quella di violare l'ostracismo di Aldo Nobis andando a ritirare l'olio presso la pasticceria "Butterfly" di Giuseppe Santoro a Casapesenna violando quindi il suo territorio. Non una pasticceria qualunque ma quella di Santoro, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e ritenuto elemento di spicco nella rete di appoggi di Michele Zagaria per mantenere salda l'egemonia del clan dei Casalesi. Poco dopo l'accaduto tra i due congiunti si insinua il dubbio di una ipotetica denuncia della vittima dell'aggressione ed il da farsi in merito. Decidono così di rivolgersi a Vincenzo Cantiello, sottoposto all'epoca dei fatti alla sorveglianza con obbligo di soggiorno. 

A Cantiello, Aldo Nobis raccontò che era intervenuto perché l'aggredito aveva prelevato l'olio esausto presso la pasticceria di Santoro e quindi aveva sconfinato il suo territorio. Cantiello manifestando il consenso all'azione di Aldo Nobis impensierito dalla possibilità di esser denunciato lo esorta a farsi refertare e a sporgere denuncia contro il titolare della ditta rivale. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Paolo Caterino, Bartolomeo Mariniello, Angelo Raucci, Carlo De Stavola ed Elisabetta Carfora.

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