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Cronaca Villa di Briano

Dopo 15 anni scopre che la casa che ha acquistato deve essere demolita

L'incubo è durato quasi 2 anni tra dimenticanze, lassismo e burocrazia

Un incubo durato quasi due anni che, finalmente, è finito. La paura di perdere quella casa acquistata con tanti sacrifici e che, all’improvviso, si scopre essere oggetto di una demolizione (con sentenza passata in giudicato) che però nessuno ‘ricordava’. Un vero e proprio pantano in cui ha rischiato di impelagati un cittadino di Villa di Briano che, però, è riuscito a spuntarla.

La vicenda giudiziaria ha inizio nel settembre 2020 quando all’uomo viene recapitato un atto ufficiale del Comune di Villa di Briano in cui si revocava il permesso a costruire rilasciato ben 15 anni prima (sì, proprio nel 2005) dallo stesso Ente. Il motivo? Sulla casa per la quale era stato rilasciato il permesso, era pendente una ordinanza di demolizione perché costruita abusivamente. Peccato che nessuno l’aveva trascritto nei registri. Così accade che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nel 2020, si accorge che la demolizione non è stata effettuata e scrive al Comune di Villa di Briano, il cui dirigente si accorge di quanto era avvenuto: non solo non era stata demolita (come da sentenza del 1997) ma nel 2005 (8 anni dopo) era stato rilasciata prima una sanatoria e poi una variante.

La frittata, dunque, era fatta. Così scatta la ‘contromossa’: dopo 15 anni viene revocato ‘in autotutela’ il permesso a costruire. Ma intanto la casa c’era ed era stata anche acquistata da un’altra persona. Che, lungi dal conoscere tutta la storia dell’abitazione, si è ritrovata a vivere l’incubo di doverla abbattere. Scatta un primo ricorso al tribunale amministrativo (curato dall’avvocato Antonio Mencocco) che viene accolto nel 2021.

Poi l’avvocato Vito Di Puorto proponeva incidente di esecuzione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (competente per territorio in merito alla sentenza della Pretura Circondariale di Trentola Ducenta dell'anno 1997) chiedendo l'annullamento dell'ordine di demolizione. Il legale ha evidenziato, in primis, la buona fede dell’ultimo proprietario, a cui nessuno aveva mai evidenziato la sentenza di demolizione di cui era oggetto la casa: né il notaio né il perito inviato dalla banca per concedere il mutuo. Una tesi che è stata fatta propria dal giudice Dessi che non ha lesinato, nella sentenza, critiche per l’operato siano del Comune che della Procura per l’ampio lasso di tempo trascorso dalla sentenza di demolizione alla ‘scoperta’ del provvedimento (ben 23 anni….). Su queste basi, il tribunale ha inteso accogliere la richiesta del nuovo proprietario ed ha annullato l’ordinanza di demolizione della casa.

L’incubo, adesso, sembra essere davvero finito.

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