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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Castel Volturno

Carabiniere ucciso sulla statale, due condanne

Due anni a testa per gli operai dell'Anas. Minervini si schiantò contro il furgone fermo in curva per ripristinare una tabella

Due condanne per la morte del carabiniere Vincenzo Minervini originario di Castel Volturno in servizio presso la compagnia carabinieri di Casal di Principe, verificatasi a seguito di un sinistro stradale sulla SS 7 Bis Nola - Villa Literno il 17 febbraio del 2010. Il giudice Dello Stritto del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha inflitto la pena di due anni di reclusione a carico di Francesco C. e Salvatore L. G., entrambi dipendenti Anas, accusati omicidio colposo e violazione degli obblighi previsti in materia di sicurezza sul lavoro.

I due imputati in qualità di datore di lavoro e caposquadra nonché conducente hanno determinato, non concorrendo ad impedirlo, l'impatto tra l'autovettura Nissan Micra 15 DCI condotta da Minervini e l'autocarro Iveco 35 TG di proprietà dell' Anas condotto da uno dei due condannati, fermo in curva per dei lavori di ripristino sul manto stradale.

Erano le 15.45 quando il militare finito il proprio turno rientrava dai suoi cari (la compagna Angela e la figlia Chiara).Quel tragitto però non lo condusse a casa. La sua vita a soli 48 anni si spezzò nel Comune di Villa Literno all'altezza del km 16+913 a causa della presenza degli operai dell'Anas a lavoro senza alcun tipo di segnaletica e la staticità del mezzo della società Anas Compartimento della Viabilità per la Campania, all'interno di una curva. La violenza dell'impatto provocò innumerevoli lesioni che si rivelarono fatali per Minervini che si spense dopo 5 giorni di agonia presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Illesi invece i tre operai presenti al momento del sinistro e lo stesso conducente, Salvatore Lo Gatto.

La tragica morte di un servitore dello Stato non vide per i familiari una giustizia immediata. Un'attività sommaria e perizie lacunose portarono nel 2011 ad una richiesta di archiviazione. A tale richiesta si oppose l'avvocato Ferdinando Letizia difensore della vedova del militare, Angela D. costituitasi parte civile nel procedimento penale,ottenendo così l'imputazione coatta dei responsabili. Ulteriori perizie tecniche, l'escussione dei colleghi della vittima, dei soccorritori e della stessa parte offesa portarono ad un maggiore apporofondimento dei  relativi alla morte del carabiniere che non era da lasciare impunita.

Sarebbe bastata una semplice segnaletica con birilli, bandierine e cartelli che annunciavano i lavori in itinere ed un padre ed un compagno avrebbe potuto abbracciare i suoi cari. Nei giorni scorsi la sentenza di condanna per i dipendenti Anas che dopo 10 anni ha dato 'giustizia' ai familiari del carabiniere.

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