Carabiniere casertano ferito, la follia del killer: “Scaricato un intero caricatore”
L’agguato raccontato dal procuratore di Foggia. Papantuomo fa scena muta durante l’interrogatorio
L'omicidio del maresciallo Vincenzo Di Gennaro e il ferimento del suo collega Pasquale Casertano sono "totalmente privi di motivazioni". L'assassino, il pregiudicato Giuseppe Papantuono, "nei giorni scorsi aveva subito due controlli: nel primo fu trovato in possesso di alcune dosi di cocaina; alcuni giorni dopo fu fermato per possesso di un coltello. Fu condotto in caserma per il sequestro e rilasciato. In maniera generica aveva detto: 'Ve la farò pagare'". E’ quanto spiegato nel corso di una conferenza stampa dal procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro, intervenuto dopo la tragedia avvenuta sabato a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, dove un carabiniere di San Severo è morto ed il suo collega, 23enne originario di Caserta, è rimasto ferito in un conflitto a fuoco.
Come riferisce l’Ansa, che riporta le parole di Vaccaro, Giuseppe Papantuono "era in strada e ha chiamato i carabinieri. Non appena il militare ha abbassato il finestrino, l'uomo ha sparato. Si è fermato solo quando il caricatore era vuoto. Voleva impossessarsi anche delle pistole dei militari. Poi si è aggrappato allo sportello dell'auto dei militari ed è rimasto aggrappato fino a quando l'auto non ha svoltato a sinistra. A quel punto è caduto".
Nel decreto di fermo notificato a Giuseppe Papantuono, Vaccaro ha precisato che "non abbiamo contestato la premeditazione: la scelta è stata quella di attendere le sue dichiarazioni prima di procedere a questa accusa". A Papantuono viene contestato l'omicidio aggravato del maresciallo Vincenzo Di Gennaro, il tentato omicidio del suo collega Pasquale Casertano e il porto abusivo di arma. "L'indagato durante l'interrogatorio ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere", ha aggiunto Vaccaro.
Per il procuratore di Foggia quello che colpisce nella vicenda dell'agguato mortale di ieri alla pattuglia dei carabinieri di Cagnano Varano è "l'atteggiamento culturale che porta a reagire a dei controlli e a sparare contro lo Stato: tutto questo esprime un livello di avversione verso lo Stato. In questa mentalità ci vedo il collegamento con la criminalità organizzata".