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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Mondragone

Le intercettazioni entrano nel processo ai "caporali"

Conferito l'incarico per la trascrizione: lavoratori pagati 4,50 euro l'ora

Le intercettazioni entrano nel processo ai caporali mondragonesi. Affidato l'incarico peritale per la trascrizione delle intercettazioni. Nel corso dell'ultima udienza celebrata dinanzi alla Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dal giudice Francesco Rugarli è stato conferito l'incarico al perito che dovrà trascrivere il materiale captato dagli inquirenti ritenuto fonte di prova. Il deposito delle intercettazioni del consulente della Procura avverrà entro 90 giorni ossia a metà del mese di marzo 2022. Il processo riprenderà comunque nelle prime settimane di febbraio per le escussioni di alcuni testimoni che non potranno riferire in merito al materiale captato dagli inquirenti.  

Sotto processo poiché ritenuti responsabili di associazione a delinquere dedita allo sfruttamento del lavoro e dell'intermediazione illecita di manodopera (cd. caporalato) sono finiti Gennaro Bianchino, 63enne di Mondragone legale rappresentante della SRL Sviluppo Agricolo Bianchino difeso dall'avvocato Angelo Raucci, Pasquale e Vincenzo Miraglia, rispettivamente di 42 e 45 anni mondragonesi titolari di ditte individuali del settore ortofrutticolo, e Francesco Pagliaro di 53 anni (tutti assistiti dall'avvocato Giovanni Lavanga). Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere che coordinó le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Mondragone e dai carabinieri del Reparto Territoriale mondragonese gli imputati avevano creato una stabile organizzazione attraverso la quale assumevano ed impiegavano manodopera reclutata grazie all'attività di intermediazione illecita svolta dai caporali a cui si rivolgevano i lavoratori africani, rumeni e bulgari-perlopiù donne- per essere impiegati nei campi tra i Comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Castel Volturno, Villa Literno e Grazzanise.

Per gli inquirenti a capo di tale fruttuoso sistema clientelare di sfruttamento della manodopera c'era Gennaro Bianchino. Pasquale Miraglia aveva il ruolo di organizzatore, Vincenzo Miraglia e Francesco Pagliaro rivestivano invece il ruolo di partecipi. Secondo le ricostruzioni delle fiamme gialle e degli uomini dell'Arma operate grazie all'ausilio di appostamenti, pedinamenti e mappature dall'alto grazie ai droni, il reclutamento degli sfruttati era assicurato grazie alla fidelizzazione dei caporali che li raccattavano in punti strategici della SS Domiziana o in vie di raccordo tra vari Comuni o in piazze  all'alba grazie a furgoni strabordanti.

I viaggi della speranza nei campi potevano raggiungere quote oscillanti tra le 20 alle 60 percorrenze giornaliere. Agli sfruttati veniva data una retribuzione media giornaliera di 4,50 euro per 11 ore di lavoro (7 al mattino e 4 al pomeriggio) dove non potevano utilizzare servizi igienici, né assumere la posizione eretta se non in pausa pranzo. Un business di esseri umani che secondo un primo calcolo degli inquirenti fruttó un introito illecito pari a circa 2 milioni di euro.

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