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Cronaca Maddaloni

CAMORRA & SLOT Il rifiuto ai Casalesi per favorire Marciano

Il racconto del pentito Antonio Farina: "Avevamo assicurato l'imposizione dei videopoker a o' cerritano"

Il gran rifiuto al clan dei Casalesi per favorire l'imposizione dei videopoker a Maddaloni ai Marciano. E' quanto emerge nelle 128 pagine dell'ordinanza dell'operazione "Golden Game" che lunedì scorso ha portato all'arresto di 11 persone ed un indagato a piede libero.

A rendere nota tale circostanza è stato Antonio Farina, elemento apicale del clan Belforte a Maddaloni divenuto collaboratore di giustizia. "So che la gestione dei bingo e dei videopoker è riconducibile alla famiglia di Michele Zagaria - ha spiegato Farina - So questo in quanto mi fu proposto, sia nel 2000 che nel 2004, da Rodolfo Corvino di inserire i videopoker in tutti i locali di Maddaloni e di Santa Maria a Vico. Corvino in quel momento, rappresentava Zagaria del quale si è sempre dichiarato emissario, così come di Sebastiano Panaro, per conto dei quali riscuoteva anche tutte le estorsioni a Casal di Principe".

Poi prosegue: "Tornando ai videopoker, Rodolfo Corvino mi disse che, se l'affare fosse andato a buon fine, ci avrebbero dato diecimila euro al mese. In ogni caso, più videopoker venivano fatti installare, più cresceva la nostra quota. Nella gestione dei videopoker Corvino faceva ricorso a ragazzi incensurati ed insospettabili, che ho visto in diverse occasioni ma di cui non so i nomi. Io e "Mimmuccio", cioè Angelo Amoroso, rifiutammo l'affare in quanto su Maddaloni avevamo assicurato il monopolio della gestione dei videopoker a Vincenzo Marciano detto"o cerretano"".

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