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Cronaca Casapesenna

"La camorra ha ucciso mio padre ed ora lo Stato ci infanga"

L'intervista a CasertaNews di Rossana Pagano dopo l'appello del Ministero dell'Interno al riconoscimento dello status di vittime innocenti della criminalità organizzata

"La camorra ha ucciso mio padre ed ora lo Stato getta fango sulla nostra famiglia". Così Rossana Pagano, figlia di Pasquale ucciso per uno scambio di persona dai sicari del clan nel 1992, racconta a CasertaNews l'odiessea sua e dei suoi familiari per il sacrosanto riconoscimento dello status di vittime innocenti della criminalità organizzata.

Signora Pagano cosa è successo?

"Finalmente un giudice ci ha dato ragione riconoscendoci come vittime innocenti della criminalità organizzata ma il ministero dell'Interno ha fatto appello chiedendo nuovamente il rigetto della nostra domanda. La cosa strana è che l'appello è stato presentato poche ore prima della scadenza dei termini. Sembra un accanimento".

Per quale motivo il Ministero fa Appello?

"Secondo l'avvocato del Viminale ci sono parentele con esponenti della camorra. Ci sono i casellari giudiziali che dimostrano che non è così. C'è uno zio che ha avuto problemi per questioni di droga ma è successo 12 anni dopo l'omicidio di mio padre. Sono stati, comunque, esclusi reati di camorra ed affinità con quell'ambiente criminale mafioso". 

Quindi non vi sentite tutelate?

"Assolutamente no. Nel 1992 quando mio padre è stato ucciso lo Stato non era presente ed ora addirittura ci infanga. Ho perso un padre quando avevo 9 anni e mia sorella ne aveva appena 6 ed oggi ci dobbiamo sentire dire che siamo donne di camorra. Non è tollerabile". 

Nei mesi scorsi avete incontrato il vicepremier Matteo Salvini al quale avete consegnato una lettera. Che vi ha detto?

"Quella lettera era stata già inviata dal nostro avvocato, Gianni Zara, sia ai vicepremier Salvini e Di Maio, sia al premier Conte ma non abbiamo ricevuto una risposta. Nei mesi scorsi l'abbiamo consegnata a mano proprio a Salvini, che abbiamo incontrato due volte. Ovviamente non ci ha risposto nemmeno lui, viene qui solo per fare campagna elettorale ma fatti, almeno per noi vittime innocenti della camorra, zero".

Ed ora cosa farete?

"Faremo valere il nostro diritto in sede giudiziaria ma non solo. Sentiamo il bisogno di difendere il nostro nome e la nostra famiglia. Quando ci avvicinano alla camorra, dopo che mio padre è stato ucciso, ci fanno male per la seconda volta. Per questo adesso è guerra aperta".

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