Da Pasquale Zagaria, fratello del capoclan Michele, lo scettro imprenditoriale del clan dei Casalesi era passato nelle mani di Filippo Capaldo. Lo ha rivelato il fratello, Nicola Capaldo nel corso di un colloquio con la fidanzata captato dagli inquirenti e finito nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di 8 persone per le infiltrazioni del gruppo Zagaria nella distribuzione alimentare. 

"Mio fratello Filippo è come lo zio Pasquale - ha detto Nicola Capaldo - Cioè non so parlare con tutti quanti perché se qualcuno mi inizia a contraddire io inizio a sclerare! Filippo invece no! Filippo mantiene cioè tiene un sangue freddo di mantenere, e tanto si ferma quando glielo fa capire a quello che sta sbagliando".

Nicola, invece, non si sente all'altezza di "prendere in mano la famiglia come ha fatto Filippo. Io non ho il polso di Filippo. Ma un poco perché sono così, e un altro poco, perché mi stanco, io voglio stare più tranquillo! Invece Filippo no, Filippo doveva stare sempre a graffiare a terra ... per portarci qualcosa a casa".

Significativo per gli inquirenti anche un altro passaggio che rende l'idea delle capacità manageriali di Filippo Capaldo. Nell'ambito dell'inchiesta Parmalat, a detta di suo fratello Nicola, Filippo Capaldo avrebbe addirittura trattato l'affare latte direttamente con l'allora manager Parmalat Sergio Cragnotti (non indagato), ex presidente della Lazio. Al termine di quell'incontro, racconta Nicola, "l'ingegnere generale, il direttore generale della Parmalat, della Cirio ... disse: "I signori così e così, sono concessionari!" Piacere, piacere ... ci regalò pure tre biglietti per Napoli Lazio".