SPARTACUS RESET Condanne confermate in Cassazione
Accolti i ricorsi solo per Ponticelli, Piccolo e Aquilante. Rigetto per le altre posizioni
Si torna in Appello per tre posizioni. Per il resto i ricorsi in Cassazione sono stati tutti rigettati. E' questa la decisione degli Ermellini che hanno messo la parola fine all'inchiesta "Spartacus Reset" che aveva decapitato il gruppo Schiavone del clan dei Casalesi.
La Corte romana ha disposto l'annullamento dell'associazione a delinquere di stampo mafioso per Mirko Ponticelli (difeso dall'avvocato Nando Letizia e condannato in appello ad 1 anno e 6 mesi di reclusione), l'annullamento per la continuazione per Renato Piccolo (difeso dall'avvocato Paolo Caterino e condannato in appello a 6 anni) e per Antonio Aquilone (condannato in Appello a 6 anni).
Per il resto sono stati rigettati i ricorsi degli altri imputati tra cui quello di alcuni capizona come Oreste Reccia (condannato in appello a 13 anni). Respinti i ricorsi anche di Bruno Salzillo (condannato in appello a 13 anni e 6 mesi) e di Ulderico Ciccarelli (condannato in appello a 6 anni) per il quale il procuratore aveva invocato l'annullamento senza rinvio in Appello ma l'istanza non è stata accolta dalla Corte che ha rigettato il ricorso presentato dall'avvocato Carlo De Stavola. Carmine Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, detto Sandokan, non ha presentato ricorso contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d'Appello di Napoli a 10 anni di reclusione.
L'inchiesta aveva portato alla luce la riorganizzazione della fazione Schiavone che aveva individuato come reggente proprio il figlio del superboss dei Casalesi. Dalle indagini era emerso come il clan avesse costituito "una cassa comune" per il pagamento degli stipendi agli affiliati, sia della propria fazione, sia dei gruppi Zagaria e Iovine del clan dei Casalesi. Ai detenuti veniva versato uno stipendio mensile tra 1500 e 2500 euro. Le somme erano provento di estorsioni su attività private e lavori pubblici.
L'indagine, condotta dai carabinieri e che portò a ben 42 arresti, vide la conferma dell'impianto accusatorio con la sentenza della Corte d'Appello.
LE CONDANNE IN APPELLO
Carmine Schiavone 10 anni
Emilio Arrichiello 4 anni
Carmine Iaiunese 12 anni
Paolo Landolfo 3 anni
Luigi D’Ambrosio ’73 5 anni
Vincenzo Chiarolanza 2 anni e 4 mesi
Raffaele Maiello 3 anni e 10 mesi
Antonio Francesco Celeste 13 anni e 6 mesi
Giovanni Della Corte 11 anni
Nicola Pezzella 2 anni
Carmine Morelli 2 anni
Vincenzo Conte 2 anni
Cristofaro Dell’Aversano 2 anni
Maurizio Capasso 6 anni
Bruno Salzillo 13 anni e 6 mesi
Mario Schiavone 2 anni
Mirko Ponticelli 1 anno e 6 mesi
Alberto Rossi 6 anni
Oreste Reccia 13 anni
Ulderico Ciccarelli 6 anni
Giorgio Pagano 6 anni
Renato Piccolo 6 anni
Antonio Aquilone 6 anni
Luigi D’Ambrosio ’79 - 5 anni
Eduardo De Martino 2 anni e 8 mesi
Alberto Ogaristi 2 anni