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Cronaca Maddaloni

9 ARRESTI Kalashnikov e incendi per intimorire i commercianti, il nipote di D'Albenzio a capo del nuovo gruppo

Salvatore aveva riorganizzato le estorsioni a Maddaloni: la polizia lo ha fermato

Aveva ripreso in mano le redini del gruppo criminale che, per tanti anni, erano state nelle mani del nonno. Ma la sua ‘carriera’ è finita questa mattina col blitz della polizia di stato che lo ha arrestato insieme ad altre 8 persone. In manette è finito Salvatore D’Albenzio di Maddaloni, figlio di Domenico e nipote di Clemente, storicamente alleati del clan Belforte di Marcianise.

Come riporta l’Agi, l’erede della famiglia di Maddaloni, a nome loro aveva imposto il ‘pizzo’ in maniera capillare nel territorio, con le consuete tre rate annuali (Natale, Pasqua e Ferragosto), ma soprattutto lanciandosi in un nuovo affare, quello dei distributori autonomatici di bevande e snack, noleggiati e gestiti da una ditta ‘amica’, da imporre in tutti gli esercizi commerciali della sua zona. Chi si rifiutava di pagare, veniva minacciato e aggredito.

In una intercettazione uno degli indagati ha avanzato l’idea di “battere con il kalashnikov alle vetrine e fare incendi” per intimorire chi non si sottometteva, il pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Francesco Landolfi, ha chiesto e ottenuto dal gip 9 misure di custodia cautelare per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di droga,m reati aggravati da metodo mafioso, e violazione delle leggi sulle armi. Le giovani leve del clan infatti avevano pistole e fucili, tra cui uno a canne mozze di cui gli uomini del dirigente Davide Corazzini hanno trovato solo le cartucce, armi con le quali terrorizzavano gli imprenditori e i commercianti.

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