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Cronaca Capua

Camorra in Comune: "Zagaria ha condizionato le elezioni". Dda fa ascoltare intercettazione in aula

Il pubblico ministero Maurizio Giordano ricostruisce l'episodio dello schiaffo a Di Lillo per fargli ritirare la candidatura e di un secondo incontro nello studio di Antropoli con Ciccio 'e Brezza e i parenti di Mezzero: "C'è anche un video"

A Capua c'è stato un "condizionamento mafioso delle elezioni". Lo ha dichiarato il pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano nel corso della sua requisitoria al processo che vede imputati l'ex sindaco Carmine Antropoli, gli ex amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela oltre ad Armando Porciello ed il colletto bianco Francesco Zagaria, alias Ciccio e' Brezza, ritenuto dagli inquirenti espressione della fazione di Michele Zagaria su Capua ed oggi collaboratore di giustizia. 

Lo schiaffo per ritirare la candidatura

Il pubblico ministero ha ampiamente argomentato sulle elezioni del 2016 - quando Antropoli sosteneva la candidatura a sindaco di Giuseppe Chillemi (non indagato) - ed in particolare sul ritiro di Giuseppe Di Lillo, che doveva candidarsi con la lista Capua Fidelis coordinata da Annamaria Fusco, che venne picchiato da Franco Zagaria nello studio di Antropoli. Era il 3 maggio del 2016. "A quell'incontro - ha evidenziato il pm - erano presenti Armando Porciello, Marco De Luca (già assolto in rito abbreviato), Francesco Zagaria e Giuseppe Di Lillo" il quale "doveva candidarsi nella lista coordinata dalla professoressa Fusco a cui manifesta l'intenzione di volersi candidare" con una dote di "100-200 voti". Circostanza che poi lo stesso Di Lillo ha chiarito spiegando di aver detto tale cifra "per fare bella figura". 

Comunque sia, Di Lillo venne convocato presso lo studio di Antropoli ed invitato a ritirare la candidatura. Di fronte al suo no, Ciccio 'e Brezza sarebbe andato su tutte le furie arrivando addirittura a colpirlo con uno schiaffo: "Quello gli ha tirato un cuppino davanti a me", commenterà Antropoli intercettato nei giorni successivi. Dopo la riunione fu Porciello ad avvisare Marco Ricci dell'esito: "Fa degli squilli, poi Ricci lo chiama e gli dice: 'muoviti, vieni qua'". Per l'Antimafia il ritiro della candidatura di Di Lillo serviva proprio a favorire Ricci: "Zagaria, impedendo a Di Lillo di candidarsi stava condizionando le elezioni", ha sottolineato il pm. 

L'intercettazione fatta ascoltare in aula

Della vicenda venne interessata anche la stessa coordinatrice Fusco che in un primo momento 'minimizzò' ma poi, pressata dagli inquirenti, ha riferito che Di Lillo era stato minacciato da Zagaria che era una persona "poco raccomandabile". Per questo Fusco (non indagata) non ha denunciato: "per paura", ha evidenziato il pm che a questo punto ha fatto ascoltare una conversazione tra la stessa Fusco ed Antropoli al quale la docente riferisce di essere "preoccupata" al punto da credere di essere "pedinata anche io". 

L'incontro con Zagaria e i parenti di Mezzero

Il pm Giordano ha poi fatto riferimento ad un altro episodio di quella campagna elettorale. Il 17 maggio c'è un altro incontro elettorale presso lo studio di Antropoli. Oltre a Zagaria ci sono anche parenti di Antonio Mezzero (anche lui esponente del clan dei Casalesi sulla zona). "C'è un video che mostra quell'incontro", ha riferito il pm. "Antropoli ha detto in aula che Zagaria era lì in quanto suo paziente - ha precisato - Ma poi dopo quell'incontro chiama Maurizio Orsi (non indagato nda) che è presentatore della lista di Taglialatela al quale dice di aver chiuso un'operazione per Guido". 

A quell'incontro, ha detto ancora Giordano, sarebbe stato presente anche Andrea D'Alessandro, il banchiere amico di Ciccio 'e Brezza coinvolto nell'inchiesta bis sugli affari della camorra a Capua e per la quale lo stesso D'Alessandro "sta patteggiando", ha detto ancora il pm.

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