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Cronaca Portico di Caserta

"Cinquemila euro per i carcerati", commerciante conferma di aver pagato tangenti

Il testimone accusa imprenditore di aver riscosso i soldi per conto del boss

Dopo tre mesi di rinvii ed una perizia medica, è stato ascoltato questa mattina il commerciante di Portico di Caserta che, già nel corso delle indagini, aveva accusato l’imprenditore Antonio D’Amico di avergli chiesto tangenti per conto del clan Bifone. E stamattina davanti al collegio presieduto dal giudice Giuseppe Meccariello, il testimone ha confermato le accuse, affermando che D’Amico si sarebbe presentato in due occasioni, nel 2009 e nel 2010, chiedendo “un regalo per il mastro di Portico”, alias Antonio Bifone. Nel 2011 si sarebbe presentato un altro ragazzo, sempre verso dicembre, per chiedere "un regalo per i carcerati" ed anche in quell'occasione fu consegnata una somma per Bifone. In totale sarebbero stati cacciati circa cinquemila euro. L’udienza è stata poi aggiornata a fine marzo quando si inizierà ad ascoltare gli imputati Antonio D’Amico (difeso dall’avvocato Mario Griffo), Pietro Vaiano (difeso dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo) ed Antonio Bifone difeso dall’avvcato Stefano Vaiano. Nel processo è imputato ancora l’avvocato di Aversa Giuseppe Stabile che però si è già auto accusato nel corso delle precedenti udienze.

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